Il padre dell’unificazione tedesca, il cancelliere Otto von Bismarck sosteneva che il risorgimento italiano era in realtà, figlio delle “3 S”, Solferino, Sadowa e Sedan. A Solferino i francesi sconfissero gli austriaci, a Sadowa i prussiani batterono gli austriaci e a Sedan i prussiani sconfissero i francesi: e i Savoia, grazie alle altrui vittorie, portarono a casa la Lombardia, il Veneto e Roma.
Il 3 luglio 1866 a Sadowa (Koniggratz), nella parte settentrionale dell’attuale Repubblica Ceca, ci fu lo scontro tra l’esercito prussiano, comandato da H. von Moltke, e quello austriaco guidato da L. von Benedek. Alla fine della giornata si contarono quasi 2000 morti nell’esercito prussiano e oltre 5700 in quello austriaco, e i prussiani fecero ben 22.000 prigionieri.
La battaglia di Sadowa fu determinante sui due fronti: a nord, i prussiani vittoriosi posero le basi per la grande confederazione tedesca; a sud, nella guerra italo-austriaca gli italiani, pur sconfitti dall’Austria sia per terra (Custoza) sia per mare (Lissa), grazie alla vittoria dell’alleato prussiano poterono alla fine della guerra – e dopo il plebiscito-truffa che tutti conosciamo – annettersi il Veneto, il Friuli e la provincia di Mantova.
Dal nostro punto di vista è però interessante sottolineare un altro aspetto di notevole importanza.
Infatti, subito dopo la pesantissima sconfitta,Vienna chiese la mediazione di Napoleone III offrendogli il Veneto a patto che l’Italia si ritirasse dalla guerra. Il 5 luglio Vittorio Emanuele II ricevette il telegramma con il quale Napoleone III prospettava di cedere il Veneto all’Italia in cambio di un armistizio preliminare alla pace; il governo italiano però si dichiarò immediatamente contrario a una proposta così umiliante, puntando a una rivincita sul mare che salvasse, almeno una volta, l’onore italico… Non potevano sapere che qualche giorno più tardi sarebbero stati pesantemente sconfitti a Lissa dalla marina austriaca, nella quale i marinai serenissimi ebbero un ruolo fondamentale, e che alla fine il Veneto sarebbe finito all’Italia solo dopo esser stato passato alla Francia: una delle tante umiliazioni per il governo italiano.
A Sadowa va inoltre ricordata la grande determinazione dei soldati veneti inquadrati nell’esercito austriaco, che ricevettero svariate decorazioni dall’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe; l’epopea dei giovani soldati veneti arruolati nell’esercito austriaco fu magnificamente descritta nelle memorie di Giovanni Boldrin, soldato di Fanzolo (TV), nelle quali parla delle “oribili e spaventose bataglie”.
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