Risale all’anno scorso la notizia che i prigionieri repubblicani detenuti a Maghaberry, carcere di massima sicurezza, non avrebbero più goduto della possibilità di incontrare qualche parente nei fine settimana (e senza che per questo aumentassero le possibilità di visita negli altri giorni). In soldoni: i familiari d’allora in poi avrebbero dovuto prendere un giorno di permesso, di congedo. Rischiando, oltre alla perdita di salario, anche quella del posto di lavoro, una volta identificati come parenti di militanti repubblicani incarcerati.
Un’ulteriore vessazione che si aggiunge ad altre, talvolta francamente incomprensibili. Come quella di non indossare maglie delle squadre di calcio gaelico anche sotto un maglione o una giacca (se ho ben capito la proibizione vale solo per i visitatori, non per i prigionieri). O l’utilizzo di cani antidroga per interrompere i colloqui. Del tutto pretestuosamente, essendo ben note le posizioni dei repubblicani in materia di stupefacenti.
A cui si aggiungono episodi semplicemente meschini. Come l’impedimento imposto dai visitatori parenti di detenuti lealisti (filoinglesi) a quelli dei repubblicani (cattolici) di utilizzare la toilette. Anche nei confronti di bambini e senza che i guardiani intervenissero.
Infierire sulle famiglie dei detenuti da parte del sistema carcerario indica che la situazione è tutto tranne che risolta e tranquilla. Del resto anche quest’anno, se pur in tono sicuramente minore rispetto agli anni settanta e ottanta, dall’Irlanda del Nord è arrivato qualche segnale a ricordarci che il “contenzioso” (o se volete il “conflitto”) è ancora in atto.
Intanto attendiamo fiduciosi qualche indicazione dai molteplici biografi di Bobby Sands, dagli esperti e “addetti ai lavori” che per anni ci hanno edotto sulle tormentate vicende irlandesi (ma solo su quelle trascorse). Sperando dicano qualcosa in merito all’irrisolta questione della riunificazione dell’Isola (e magari anche su quella dei prigionieri politici). Nel frattempo tocca a noi, poverelli, accendere un lume per rischiarare il cono d’ombra e fornire qualche aggiornamento.
Disordini e arresti
Per quanto riguarda il 2023, in febbraio la corte d’appello della Lituania aveva confermato la decisione del tribunale di sospendere le accuse di “terrorismo” contro l’esponente repubblicano Liam Campbell. Accuse ormai cadute in prescrizione, ancora nel 2018, in base alla legislazione in vigore all’epoca del presunto reato.
L’anno scorso Campbell era stato estradato in Lituania dall’Irlanda (nonostante le numerose proteste davanti a consolati e ambasciate, sia irlandesi sia lituane) per un presunto contrabbando di armi a favore della Real Irish Republican Army (rira). Rimesso in libertà dopo l’estradizione, Campbell si era comunque presentato in tribunale.
Sempre in febbraio un esponente delle forze dell’ordine era rimasto gravemente ferito a Omagh, contea di Tyrone, in prossimità di un’area sportiva. Subito dopo i due responsabili dell’agguato si erano dileguati. Le indagini si erano immediatamente concentrate su esponenti della rira (da cui era poi giunta una rivendicazione) e sei sospetti venivano arrestati tra Omagh e Coalisland.
Tuttavia quattro di loro venivano presto rimessi in libertà dopo essere stati interrogati. Nella settimana successiva altri due presunti repubblicani coinvolti venivano arrestati a Belfast.
In aprile, nel corso di una sfilata repubblicana non autorizzata a Creggan (quartiere storicamente repubblicano di Derry) erano scoppiati disordini nel corso dei quali venivano lanciate alcune molotov dai manifestanti. Alla manifestazione, indetta per ricordare l’insurrezione del 1916, avevano partecipato centinaia di persone (ricordo che a Creggan erano nati Patsy O’Hara e Micky Devine, esponenti dell’inla morti in sciopero della fame nel 1981) che erano scese in strada precedute da militanti in divisa paramilitare. Il corteo si era concluso al cimitero di Derry, dove sono sepolti Patsy e Micky, sulla cui lapide sta scritto “Morti affinché altri fossero liberi”.
Forse non casualmente, tali avvenimenti sono accaduti alla vigilia della visita a Belfast di Joe Biden che partecipava alla commemorazione del 25° anniversario degli Accordi del Venerdì Santo (accordi messi in discussione dai repubblicani dissidenti nei confronti del Sinn Fein).
In questi giorni l’Irish Republican Prisoners Welfare Association, in rappresentanza di 27 prigionieri politici (di cui 21 in Irlanda del Nord) rinchiusi a Maghaberry, Hydebank e Portlaoise, ha nuovamente denunciato l’utilizzo della detenzione preventiva, senza processo e senza possibilità di cauzione. come metodo per prolungare all’infinito l’imprigionamento. Tale situazione al momento riguarderebbe almeno una quindicina dei prigionieri repubblicani.
Alcuni sono stati rimessi in libertà – senza mai venir processati, tantomeno condannati – dopo anni di prigionia, in quanto l’impianto accusatorio nei loro confronti veniva semplicemente a cadere nel nulla.