La YPG (Yekîneyên Parastina Gel, Unità di Protezione Popolare) è la forza militare di protezione del Kurdistan siriano, fondata nel 2004, che ha combattuto contro il regime di Hassad difendendo anche le altre comunità etniche e religiose della regione. Attualmente è la forza in campo più efficace contro il califfato, che sta lentamente contribuendo a sconfiggere.
Malgrado la sua importanza, poco si sa dell’organizzazione strutturale e bellica di questa organizzazione.
La YPG è riuscita a ottenere l’appoggio della coalizione anti ISIS guidata dagli Stati Uniti, mentre nel 2014-15 difendeva la città curda di Kobane. Un episodio che ha fatto guadagnare simpatia e sostegno ai curdi siriani, considerati dall’Occidente uno dei pochi gruppi capaci e disposti a sconfiggere lo Stato Islamico.
A differenza dei ribelli siriani di etnia araba, la YPG non è disposta a operare insieme con attori islamisti che siano sostenuti dagli Stati sunniti della regione. Le Unità seguono la cosiddetta terza linea: non sostenere né l’opposizione, né il regime siriano, dal momento che entrambi rifiutano ogni diritto al popolo curdo. Come risultato, finiscono per scontrarsi sia con il regime sia con i ribelli siriani.
Il contesto
I 3-4 milioni di curdi siriani non hanno avuto alcuna esperienza di insurrezione armata contro il regime Ba’ath fino alla guerra civile. Mancavano di un forte partito curdo-siriano indipendente, e di conseguenza dipendevano sia dal KDP (Partito Democratico del Kurdistan), impegnato nella lotta allo Stato centrale, sia dal PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) che combatteva contro la Turchia.
Sicché molti curdi siriani si arruolarono nelle fila dei peshmerga negli anni ‘60 e ‘70 in Iraq, o nel PKK contro lo Stato turco dagli anni ‘80. Il regime di Assad costituì per qualche anno una sorta di rifugio per il PKK fin quando, negli anni ‘90, Assad non riallacciò i rapporti con la Turchia. L’uso delle basi siriane e libanesi da parte del PKK contribuì ad accrescere la sua popolarità tra curdi della Siria. E qui, nel 2003, venne fondato il PYD (Partito dell’Unione Democratica) affiliato al PKK.
Quindi KDP e PKK hanno avuto entrambi una base di appoggio nella Siria settentrionale, ed entrambi hanno iniziato a operare attraverso i partiti curdi più piccoli a mano a mano che il regime Ba’ath nel 2012 perdeva il controllo di gran parte della regione.
Il progetto iniziale del PKK per formare le YPG era stato avviato nel 2004, dopo che il regime siriano aveva represso la rivolta curda. I gruppi di autodifesa YPG si erano poi costituiti nel 2011, cominciando a organizzarsi segretamente nelle città curde.
La prima fase
Quando, il 18 luglio 2012, la sede dei servizi di sicurezza nazionale del regime siriano a Damasco venne bombardata e molti alti funzionari restarono uccisi, il PYD-YPG colse l’opportunità e il giorno seguente innescò la cosiddetta “rivoluzione del Rojava”. Per prima cosa i curdi presero il controllo di Kobane, roccaforte del PKK e senza alcun presidio. Anche la città di Afrin cadde rapidamente, ma la provincia di Hasakah era più difficile a causa della presenza di forze del regime.
La liberazione avvenne in tre fasi. La prima, prendendo di mira le autorità nei villaggi che potevano fungere da basi avanzate per la YPG. La seconda, requisendo le strutture di servizio del regime, come l’elettricità, l’acqua, le scuole. La terza, occupando i quartier generali militari di tutte le province, con l’eccezione della città curda di Qamishli in cui le forze del regime sono tutt’oggi presenti.
Come risultato del dominio della YPG sul territorio, gli altri gruppi di curdi siriani allineati con KDP di Massoud Barzani si trovarono emarginati. Nel 2012, Barzani ha appoggiato la creazione nel Kurdistan iracheno dei “Peshmerga del Rojava”, che oggi combattono nella provincia di Mosul contro l’ISIS; ma il YPG non ha permesso loro di entrare nel Rojava, temendo la concorrenza se non addirittura una guerra civile simile a quella combattuta dai curdi iracheni negli anni ‘90.
La seconda fase
Nel 2014, dopo aver preso il controllo della maggior parte delle tre enclavi curde di Kobane, Afrin, e Jazira (Hasakah), messa in sicurezza la città di Serekaniye (Ras al-Ayn), le nuove amministrazioni locali si organizzarono in tre cantoni distinti. In seguito l’obiettivo principale della YPG divenne quello di riunire questi cantoni in un unico territorio nel nord della Siria.
La YPG ha anche adottato la politica di reclutare non-curdi e di operare con le tribù arabe locali e comunità cristiane. Ciò ha portato, nel mese di settembre 2014, a un comitato di coordinamento congiunto con lo FSA (Free Syrian Army) a Kobane. Temendo che l’iniziativa ricevesse il sostegno degli Stati Uniti, L’ISIS assediè Kobane nel settembre 2014, ma fu sconfitto nel marzo 2015. Nel mese di giugno 2015, la YPG premette sull’acceleratore e unì i cantoni di Kobane e Jazira, con il sostegno degli Stati Uniti, conquistando Tel Abyad. Per proseguire nella lotta, la YPG creò le multietniche SDF (Forze democratiche siriane) nell’ottobre 2015.
Ora, l’obiettivo della YPG era unire tutti i cantoni con le SDF, istituendo una regione federale nel nord della Siria e nel Rojava entro tre mesi. Nel mese di maggio 2016, le SDF hanno lanciato una nuova operazione con l’appoggio USA per prendere la città di Manbij, strategicamente fondamentale. Grazie a questa operazione, portata a termine lo scorso venerdì 12 agosto, la YPG spera di unire le sue amministrazioni attraverso Manbij e al-Bab verso Afrin.
Breve analisi conclusiva
Il PYD collegato al PKK è riuscito a ottenere il dominio nel nord della Siria attraverso la YPG, mentre i partiti collegati al KDP sono territorialmente emarginati. La YPG è riuscita a prevalere rapidamente, avendo pianificato per tempo la conquista del Rojava, mentre i partiti sostenuti da Barzani si sono fatti trovare impreparati, oltre ad aver inizialmente sostenuto una “pacifica rivoluzione siriana”. La YPG si è formata prima dei peshmerga del Rojava, diventando di fatto l’autorità del territorio. Inoltre era troppo rischioso, per Barzani, trovarsi coinvolto nella guerra civile siriana dovendo proteggere la sua leadership nel Kurdistan iracheno.
Le forze SDF hanno appena sconfitto l’ISIS a Manbij, ma la questione è se la coalizione a guida americana permetterà loro di marciare ulteriormente verso Afrin, o le farà concentrare su Raqqah, dove i curdi sono riluttanti ad andare. Inoltre, l’intervento della Turchia nella città di Jarabulus mercoledì scorso mira a prevenire l’unificazione delle amministrazioni curde nel nord della Siria. Sembra che la Turchia si sia accordata con l’Iran e Assad per bloccare la creazione di una regione federale nel settentrione, e abbia aiutato i ribelli siriani a prendere Jarabulus. Questo potrebbe rappresentare ulteriori ostacoli per la YPG. In ogni caso è scontato che le SDF rimarranno un partner fondamentale per l’Occidente, finché in Siria permarrà la minaccia jihadista.