All’inizio di quest’anno il neoeletto sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, aveva annunciato che avrebbe tolto i cartelli in lingua lombarda all’ingresso della città $100 payday loans online usa. Per fortuna il buonsenso ha prevalso e i cartelli sono rimasti al loro posto. Da bergamasco fiero della propria “bergamaschità” anche linguistica, ero davvero entusiasta: per la prima volta una giunta lombarda di sinistra aveva rinunciato alla ripicca più classica nei confronti della giunta uscente. Finalmente abbiamo politici maturi, ho pensato. Finalmente anche il Partito Democratico ha riconosciuto l’importanza del patrimonio linguistico, che è un bene di tutti e non solo una bandiera della fazione avversa.
berghem
Invece pare che il toponimo Berghem che troneggia all’ingresso della città verrà sostituito da un cartello con analoga scritta definita da qualcuno a dir poco “minuscola”. Non ho ancora visto le bozze di questi cartelli, per cui non posso esprimere un giudizio sulle dimensioni, che mi auguro saranno accettabili.
In questa situazione è difficile evitare che la mente cada nel “benaltrismo”. Ci si chiede, infatti, perché la giunta bergamasca voglia cambiare la segnaletica mentre ci sono da sistemare molte altre questioni più urgenti. Altrettanto difficile è non indignarsi di fronte all’indifferenza generale della società, in modo particolare di chi per lavoro dovrebbe occuparsi di politica linguistica, ma spesso è troppo preso a catalogare le parlate locali per rendersi conto che sono a un passo dall’estinzione.
Nonostante queste tristi premesse, trovo questa vicenda molto positiva.
Per la prima volta non si parla di rimozione sic et simpliciter, ma di rifacimento di un cartello comprendente il nome in lingua regionale. Ciò significa che, almeno a Bergamo, chi ha a cuore la parlata locale è in grado di fare lobby e impedire che la propria identità linguistica passi sotto il rullo compressore del monolinguismo italiano.
C’è di più. Considerata la levata di scudi contro un progetto solo accennato da parte del leghista Daniele Belotti e altri esponenti politici locali, probabilmente i nuovi cartelli non vedranno neppure la luce.
Salvate le scritte Berghem, ci auguriamo che si salverà anche il bergamasco.