A quanto pare, stasera domenica 20 marzo alle ore 22 avverrà un fatto storico: Francesco Amodeo – autore di La matrix europea, Il cartello finanziario e altri libri d’inchiesta geopolitica – sarà ospite di Giletti a Non è l’arena. Dove sta l’anomalia? Non nel far partecipare a un talk qualche novax o terrapiattista, ché di questi ne hanno fatti sfilare a manipoli per buttare tutto in caciara e aumentare l’audience. No, l’insolito è avere per la prima volta aperto le tv del giornalismo pagato dal potere a un esponente del giornalismo investigativo (quello vero, non Report) pagato soltanto dai suoi utenti per svolgere onestamente il proprio mestiere.
Per quanto insopportabile, Giletti non è deontologicamente dei peggiori; tuttavia lavora in un’emittente dove il concetto di libera informazione è a dir poco sfumato, e ciò fa paventare che Amodeo – professionista serio fino alla noia nel provare le sue affermazioni documenti alla mano – verrà presentato (scommettiamo?) come un novax o un putinista, la nuova terminologia che ha preso il posto di fassista e rassista. Il problema per la dirigenza della tv è che Francesco Amodeo sta chiarendo prova su prova che il governo di Kiev è un’invenzione spettacolo dei dem americani, ma sopratttutto che è saldamente in mano a gruppi di nazisti. Alle masse della neosinistra manovrata dai globalisti bisogna dare di volta in volta un nemico certo e ben delineato – Berlusconi, Trump, Salvini, no-greenpass – e se cominciano a sospettare che i loro beniamini siano neonazisti poi vanno in confusione. Ecco perché lasciarlo parlare liberamente in tv potrebbe essere pericoloso.
Se Amodeo riuscirà a uscire indenne dal confronto con il potere mediatico, sarà un miracolo. Un bel miracolo per noi tutti.