Da sempre nei territori della Serenissima Repubblica Veneta il 25 aprile si onora e si festeggia San Marco, emblema religioso e politico della Repubblica Veneta fino al 1797, e in seguito bandiera e simbolo del popolo veneto. E non a caso uno dei primi provvedimenti degli invasori francesi fu proprio quello di sospendere la festa di San Marco e di condannare a morte chi osasse gridare “Viva San Marco!”.
Ma nonostante l’accanimento e la brutalità di Napoleone e dei suoi collaborazionisti italiani, ancor oggi nell’intero commonwealth della Serenissima, dall’Adda all’Istria, dalla Dalmazia alla Grecia, decine e decine sono le iniziative per ricordare e festeggiare San Marco, le cui spoglie riposano a Venezia dal lontano 828.
È fondamentale riappropriarci della nostra identità, delle nostre feste, riscoprire l’orgoglio di sentirci veneti e di sventolare gioiosamente la nostra bandiera, di esporla dalle nostre case: basta con l’imposizione del “pensiero unico” che sta mortificando culture, civiltà, lingue, costumi, identità diverse, ma proprio per questo degne di essere rispettate, tutelate e valorizzate.
Facciamo sventolare allora le nostre bandiere venete nella nostra Terra Veneta, nelle nostre case, sui nostri balconi, nelle nostre piazze: quella bandiera di San Marco che nonostante una legge regionale in merito, la numero 10 del 1998, troppe amministrazioni e troppe scuole continuano a non esporre.
Esponiamola con orgoglio, memori di cosa ha significato e cosa significhi la storia veneta nella storia dell’umanità, orgogliosi che nella nostra bandiera nazionale ci sia la parola, il concetto di “pace” (Pax Tibi Marce Evangelista Meus).
Esponiamola per ricordare tutti coloro che sono morti per difendere la nostra Terra gridando “Viva San Marco!”, per tutti quelli che sono finiti in prigione per difendere il loro diritto di continuare a essere veneti.
Ancora nel primo dopoguerra la polizia titina jugoslava mise in carcere venete e veneti della Slavonia (Croazia) soltanto perché pretendevano di svolgere la processione in occasione della festa di San Marco; più recentemente ricordiamo i Serenissimi e altri patrioti veneti sbattuti in galera dalla “giustizia” italiana.
Esponiamo la bandiera di San Marco perché siamo europei ed europeisti, affinché l’Europa dei banchieri diventi l’Europa dei popoli e delle regioni; un’Europa in grado di svolgere quel ruolo che la storia le assegna, ma che sventuratamente non riesce a interpretare.
Un’Europa che veda protagonisti bavaresi e catalani, scozzesi e tirolesi, bretoni e sardi, ma anche noi veneti.
Viva San Marco!