Se la figlia di Josef Goebbels, il ministro della propagandista nazionalsocialista, ottenesse la direzione di una grande organizzazione internazionale, la notizia farebbe il giro del mondo. I bulgari usano spesso il confronto con Goebbels quando citano il capo della propaganda comunista, di quel regime infame che ha schiavizzato la loro terra fino a un quarto di secolo fa. Un paragone appropriato per svariati motivi. Ebbene, sua figlia adesso è in lizza per guidare le Nazioni Unite…
Ma la maggior parte dei media, per qualche motivo, non ha ancora raccontato la vera storia.
Ora, un conto sarebbe se la figliola avesse denunciato la propaganda criminale e la tirannia del padre. Il regime che egli ha servito e contribuito a dirigere, dopo tutto, ha ucciso centinaia di migliaia di bulgari. Un regime tirannico e sanguinario, ufficialmente considerato criminale. Nessun essere umano decente potrebbe affermare il contrario. Eppure questa donna non ha fatto nulla del genere. Anzi, in realtà ha lei stessa militato nel regime in posizioni di alto rango, orgoglioso membro del partito comunista bulgaro al potere. E non ha mai chiesto scusa per questo. Anche quando le vittime del suo regime reclamano giustizia, costei le ignora e ordina ai suoi pierre tirapiedi di demonizzarle e gridare a immaginarie cospirazioni per metterle i bastoni tra le ruote.
Mentre la corsa per occupare il posto del segretario generale uscente Ban Ki Moon si fa più serrata, l’ONU e i suoi principali governi membri stanno mostrando ancora una volta il loro vero volto. E non è piacevole. Non pochi Stati, tra cui alcuni membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, stanno tramando per insediare la figlia comunista del Goebbels bulgaro… figlia che ha anche servito con passione un regime responsabile di eccidi di massa.
Il suo nome è Irina Bokova. Attualmente è direttore dell’Unesco, l’organizzazione culturale delle Nazioni Unite che sta reinventando la storia del vicino oriente. Da questa posizione, ottenuta con l’appoggio di Obama, la donna ha già creato gravi danni all’umanità. Tra le sue varie manovre sottobanco, ha brigato per promuovere l’indottrinamento globalizzato, inclusa la cosiddetta “Educazione allo Sviluppo Sostenibile” e alla “Educazione alla Cittadinanza Globale”.
Ho scoperto la Bokova mentre, con il dottor Samuel Blumenfeld, stavamo facendo ricerche sull’ UNESCO per il nostro libro Crimes of the Educators: How Utopians Are Using Government Schools to Destroy America’s Children (i crimini degli educatori: come gli utopisti utilizzano le scuole pubbliche per distruggere i bambini americani). Blumenfeld e io abbiamo dedicato parecchio spazio a descrivere la Bokova e l’agenzia che dirige. In sostanza, l’UNESCO sta lavorando per trasformare e standardizzare l’educazione in tutto il mondo, e non certo in senso positivo. Alle riunioni dell’ONU e alla stampa ufficiale, infatti, la Bokova dichiara apertamente di impegnarsi per trasformare i “valori” dei nostri bambini attraverso l’“educazione” al fine di farne “futuri, responsabili cittadini globali”. Di recente, con l’uscita di un nuovo rapporto che auspica una propaganda in tutte le scuole del mondo sui cambiamenti climatici, Irina Bokova ha ripetuto che l’educazione deve indottrinare i bambini con i “giusti tipi di valori” (i quali, statene pur certi, non coincidono con quelli occidentali o cristiani).
A parte l’ultima sortita riguardo al Monte del Tempio, sotto la sua guida l’UNESCO ha ammesso come membro lo “Stato di Palestina”, innescando in tal modo un immediato congelamento dei fondi americani all’agenzia. Con po’ di fortuna, se vince la gara per diventare il prossimo caporione dell’ONU, gli americani possono sperare in un ulteriore risparmio…
Tornando indietro nella storia al pre-globalismo, Irina Bokova è stata una comunista convinta. Dapprima ha aderito all’ala giovanile del partito comunista bulgaro, che il padre ha contribuito a dirigere (la cricca si è poi autoribattezzata partito socialista bulgaro, ma rimane in mano agli stessi tagliagole). Bokova è stata la quintessenza di quello che gli americani chiamano red diaper baby, il bebé dal pannolino rosso: un figlio dell’élite comunista in una nazione schiavizzata dal comunismo. Uno status foriero di ampi benefici, come ha scoperto la Bokova. Suo padre, lo ripetiamo, era fondamentalmente il Goebbels della Bulgaria comunista, solo che invece di essere il principale portavoce del nazionalsocialismo tedesco, lo era del socialismo internazionalista.
Le stime più attendibili calcolano che il regime abbia ucciso almeno 222.000 persone (in un Paese che oggi ne conta circa 7 milioni). Molti altri, compresi i cristiani e dissidenti, sono stati spietatamente perseguitati, terrorizzati e torturati nei campi di lavoro. Per la Bokova e la sua famiglia, però, la vita è stata lieta. Irina ha anche avuto l’“onore” di studiare presso l’Università Statale di Mosca per le Relazioni Internazionali, controllata dal KGB, un campo di addestramento elitario per futuri “diplomatici” del movimento comunista internazionale.
Mentre governi, dittature e dirigenti dell’establishment occidentale inneggiano alla sua candidatura, gli ex prigionieri politici dell’infame “Repubblica Popolare di Bulgaria” stanno protestando. Innumerevoli vittime della brutalità e dell’orrore stanno denunciando la “vergogna” della sua candidatura. Da quei giorni, senza mai scusarsi per l’ingranaggio comunista che l’ha generata e che lei ha così fedelmente servito, la Bokova si è reinventata agli occhi del mondo come una globalista liberale e multiculturale. Ma la rottura con il passato è illusoria. In realtà, la sua squadra elettorale per il posto da segretario è completamente in mano a ex spie e agenti del “piccolo KGB”, la spietata macchina comunista per la “sicurezza dello stato” che ha terrorizzato generazioni di bulgari. Lei stessa è sposata con un “ex” agente.
Non solo: la figura della Bokova è sempre più offuscata dalle accuse di corruzione. Tra le altre cose, i collaboratori del sito investigativo bulgaro Bivol hanno rivelato che la donna possiede proprietà di lusso a New York, Londra, Parigi e altrove, pur non disponendo apparentemente dei milioni di dollari per pagarle. La sua presenza al vertice dell’UNESCO è stata anche contrassegnata da scandali e corruzione, come la distribuzione di premi, titoli e benefici – a spese dei contribuenti – a gente che potrebbe aiutarla a diventare il prossimo segretario dell’ONU. Eppure vaste aree della élite mondiale continuano a sostenere la sua candidatura.
Se c’è un lato positivo in tutto questa faccenda, è che, se e quando la Bokova metterà le mani sull’ONU, non sarà più possibile nascondere il vero carattere di questo famigerato “club di dittatori”.