I mapuche: nell’estremo sud del continente americano, un antichissimo popolo amerindo lotta per sopravvivere al furto delle proprie terre da parte di Cile e Argentina, e alle rapine di multinazionali come la Benetton.
Gli amis: sono i circa 150.000 “aborigeni” di Taiwan, un’isola che molti credono, erroneamente, una semplice propaggine del mondo cinese.
I calmucchi: appartengono alla Federazione Russa e – caso unico nel continente europeo – sono di origine mongolica e professano il buddismo.
I sentinelesi: piccola e misteriosissima comunità nell’arcipelago delle Andamane, gli abitanti di North Sentinel sono rimasti allo stadio neolitico e difendono con la violenza qualsiasi tentativo di contatto.
I sappadini: sono gli abitanti della cittadina di Sappada/Plodn; stanziati da secoli nelle Dolomiti tra Veneto, Friuli e Austria, parlano un dialetto austriaco-bavarese.
I lakota: ramo dei sioux, sono il fiero popolo che a Standing Rock ha difeso strenuamente il proprio territorio ancestrale dalla costruzione di un oleodotto.
I moriori: nelle fredde nebbie delle Isole Chatam, questa pacifica etnia polinesiana si è virtualmente estinta nel XIX secolo a causa della feroce invasione maori, anche se qualche lontano discendente sta tentando di riportarne in vita la tradizione.
I mixtechi: di civiltà non inferiore a maya e aztechi, i discendenti di questo popolo precolombiano devono la sopravvivenza della loro tradizione culturale ai preziosi codici geroglifici che sono stati tramandati fino ai giorni nostri.
Stefano Bossi racconta la storia, la lingua, le tradizioni e le prospettive future di queste otto affascinanti comunità: lontanissime dal punto di vista etno-antropologico, ma proprio per questo esempio e celebrazione di quella “biodiversità umana” che il mondialismo sta tentando di distruggere.
ISBN 9788829516001
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Novembre 2013: l’Ucraina sta per firmare l’accordo di associazione con l’Unione Europea. All’ultimo momento, su pressioni di Mosca, il presidente filorusso Viktor Yanukovich si tira indietro. È l’inizio della cosiddetta rivoluzione di Piazza Maidan e, in capo a qualche mese, del conflitto militare che insanguina ancor oggi una delle più grandi repubbliche ex sovietiche. Quali sono le reali cause di questo conflitto? Perché l’Ucraina è così importante? Quale la posta in palio per tutti gli attori coinvolti? Nel libro si tenta di rispondere a questi interrogativi attraverso il complicato intreccio degli eventi passati, degli interessi in gioco e delle attuali vicissitudini geopolitiche.
Una ricostruzione geostorica dunque, ma anche un appassionato racconto degli incontri e delle vicende che l’autore, geografo di formazione, ha vissuto in prima persona durante i suoi ripetuti viaggi in Ucraina. Uno Stato il cui nome – che significa “terra di frontiera” – doveva di per sé suggerire alle grandi potenze una certa cautela. Mentre, al contrario, si è tramutato nel simbolo di una nuova cortina di ferro, della rinnovata guerra fredda che ancora una volta agita i rapporti tra Russia e Occidente.
ISBN 9788827575185
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Un viaggio tra linguistica e storia attraverso le migrazioni dei cinque principali gruppi etnici che hanno colonizzato le isole britanniche: i Celti (Britanni, Pitti, Scoti), i Romani, i Germani (Sassoni, Angli, Juti), i Vichinghi e i Normanni. Un sovrapporsi di popoli, ma meno proteiforme di quanto si immagini, poiché sul primitivo substrato celtico – e considerata una parentesi puramente politica ed economica dei Romani – si sono, onda dopo onda, succedute genti dai caratteri non troppo distanti, come i popoli germanici e quelli scandinavi, e persino i Normanni “francesi” ma dalle radici danesi e norvegesi.
Lo studio della toponomastica di Inghilterra e Scozia (le terre che più hanno accolto l’arrivo dei nuovi coloni, essendo l’impenetrabile Galles e la Cornovaglia rimasti intatti nella loro celticità) è il risultato di queste stratificazioni, non soltanto linguistiche ma anche socio-culturali ed economiche. Ciascun popolo ha lasciato nei luoghi dell’isola nomenclature collegate alla propria visione del mondo, dai Britanni devoti alle manifestazioni naturali ai Romani costruttori di città, dagli Anglosassoni dediti all’agricoltura ai Normanni inquadrati in una struttura feudale e cavalleresca. E, su tutti, l’opera unificatrice del cristianesimo ha riplasmato secoli di influssi fino a creare quelle civiltà uniche e inconfondibili che chiamiamo Inglesi e Scozzesi.
ISBN 9788832540901
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Quella alpina di lingua d’oc nel Piemonte sud-occidentale è una minoranza senza voce, soffocata, oltre che dallo Stato centrale, anche dalla globalizzazione occitana. In questo “libro bianco”, la Consulta Provenzale fornisce un’ampia documentazione storica, linguistica e sociopolitica del fenomeno.
ISBN 9788827541890
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