foto di Giuseppe Russo
Dopo aver descritto in un precedente articolo il Festival dei Fachiri, continuiamo a visitare le bellezze degli Stati indiani di Orissa e Chhattisgarh. Troviamo interessanti approfondimenti culturali a Konark, con il Tempio del Sole, concepito architettonicamente come un grande carro trainato da sette cavalli per trasportare Surya, il Dio del Sole; e presso il complesso monumentale di Bhoromdeo, famoso per i suoi templi antichi decorati con scene erotiche, simili a quelle di Khajurhao, tali da definire la città con l’appellativo di “Khajuraho del Chhattisgarh”.
Non mancano ambienti di pregio naturalistico, come le Cascate di Chitrakut (conosciute localmente come “Niagara in India”) e del Kanha National Park, dove è possibile ammirare la tigre indiana. Dal punto di vista antropologico, questo territorio invita a percorrere un itinerario tribale lungo i principali villaggi adivasi (termine hindi di origine sanscrita con cui si definisce l’eterogeneo insieme dei popoli aborigeni dell’India), visitando colorati mercati settimanali, frequentati dalle principali etnie locali: i dongariah kondh (le cui donne sono riconoscibili per il piercing di tre orecchini con cui adornano le narici del naso), i desia kondh che credono nell’animismo e attribuiscono le malattie all’intervento di spiriti (le loro donne amano adornarsi con piercing con più orecchini auricolari) e i mallia kondh (qui le donne hanno le facce tatuate con i motivi delle tigri). Nel particolare tatuaggio felino, i baffi sono simboleggiati da due cerchi speculari ai lati del mento. Sembra che origini dalla credenza secondo la quale uno sciamano, con la pratica della magia nera, potrebbe incontrare una donna di notte e trasformarla in tigre. Il tatuaggio serve a prevenire l’incantesimo indicando che la donna è già una tigre.
Piccoli di statura sono gli aggressivi bonda. Le donne indossano grandi collane di perline colorate che sovrastano la testa rasata fino a scendere a incorniciare il collo, miste a collane di alluminio. Le ragazze si sposano non prima dei 20-21 anni, i ragazzi verso i 14-16 anni, sicché le signore nella maturità possono contare su mariti più giovani. La dote va data alla famiglia del ragazzo. Qualche volta il coniugio avviene per rapimento (knap), ma è un’eccezione, e in ogni caso si devono ristabilire l’armonia e gli interessi delle famiglie coinvolte.
Loro vicini sono i bodo-garaba, le cui donne più anziane portano grosse collane di alluminio e grandissimi orecchini. Una loro danza tipica consiste nella partecipazione sia delle donne più anziane sia delle bambine o ragazze, le quali ballano a centri concentrici legate con le braccia le une alle altre al ritmo dei tamburi.
Il Chhatisgarh, l’Africa indiana
Sconfinando nel rurale Chhatisgarh si ha anche modo di visitare i villaggi del Bastar, con i gruppi etnici dandami, abhuj maria, baiga, e i particolarissimi “bison-horn” maria, sottogruppo dei gond. Questa denominazione deriva da un copricapo adornato con le corna del bisonte selvatico e indossato durante le danze di matrimonio. Tradizionalmente, gli uomini portano i capelli lunghi raccolti in una coda di cavallo, mentre le donne indossano semplicemente una gonna bianca con la parte superiore del corpo nuda e adornata di numerosi gioielli. Sono assidui consumatori di landa, una birra ricavata dal riso. La loro fede mescola credenze animistiche e indù con una forte tendenza alla stregoneria.
È questo un angolo dell’India assai eterogeneo, di carattere profondamente tribale, con varie minoranze ancora allo stato primitivo, gente dai capelli crespi e dalla carnagione scura, dedita a caccia, allevamento di bestiame, agricoltura e artigianato, legata regole sociali arcaiche, credenze animiste e consuetudini di vita che sembrano distare anni luce dal resto del subcontinente. È un’India molto simile all’Africa nera, discendente da quei popoli aborigeni che, tra la fine del II millennio a.C. e l’inizio del I, vennero a contatto e si scontrarono con le tribù arya che stavano invadendo il subcontinente indiano.
Giuseppe Russo è un viaggiatore, fotografo, blogger e reporter con oltre 20 anni di esperienze e collaborazioni di viaggio per il mondo come tour leader. I suoi reportage sono pubblicati, oltre che su “Etnie”, anche sul suo blog Zoom, Andata & Ritorno.
L’autore ha in progetto un viaggio in Orissa nell’aprile 2018: per partecipare, informazioni a questo indirizzo.