I bishnoi – una comunità religiosa vishnuita – considerano sacri tutti gli animali, ma con un occhio di riguardo per l’antilope cervicapra in cui ritengono di doversi reincarnare. Ancora oggi seppelliscono gli esemplari rinvenuti morti segnalando la tomba con alcune pietre. Tempo fa si narra che le donne allattassero personalmente i cuccioli rimasti orfani. Conosciuti e rispettati come “eco-guerrieri”, i bishnoi negli ultimi tempi sono rimasti coinvolti, a ragione o a torto, in inchieste su gravi fatti di criminalità (politica o comune, non è dato di sapere).
Ricapitoliamo i più recenti.
Il 12 ottobre veniva ammazzato a colpi di pistola l’uomo politico Baba Siddique. Stava uscendo dall’ufficio del figlio Zeeshan, deputato dell’Indian National Congress nello Stato del Maharashtra e candidato alle elezioni suppletive del 20 novembre. Da subito le indagini si erano indirizzate verso una cosiddetta “gang bishnoi”. Per l’occasione veniva anche riesumata una oscura vicenda avvenuta in Canada quando, nel giugno 2023, era stato assassinato un attivista sikh, Hardeep Singh Nijjar. Anche in quel caso si sospettava, da parte delle autorità di Ottawa, della stessa gang che però potrebbe aver agito in combutta con funzionari dell’intelligence del governo indiano. Inoltre sono tornate alla ribalta le minacce mosse dalla comunità bishnoi a ricchi bracconieri (tra cui qualche star di Bollywood) sospettati di aver ucciso alcune antilopi sacre.
Va detto che la maggioranza dei personaggi coinvolti, sia le vittime sia i presunti assassini, non sono dei più limpidi.
Lawrence Bishnoi, il principale sospettato come mandante si trova in carcere dal 2015, ma viene considerato ancora in grado di dirigere una sua organizzazione criminale. Per ora la polizia di Munbai ha arrestato quattro persone: i due presunti esecutori dell’omicidio (Gurmail Baljit Singh e Dharmaraj Rajesh Kashyap che ne avrebbero ricavato 50mila rupie) e due possibili complici (Harishkumar Balakram Nisad e Pravin Lonkar). Qualche sospetto anche su Shubham Lonkar, fratello di Pravin, già arrestato per possesso di armi (e scomparso dopo essere uscito dal carcere pagando una cauzione) e in contatto con Anmol Bishnoi, fratello di Lawrence.
Buio assoluto, almeno ufficialmente, sulle ragioni di questa brutale esecuzione. Baba Siddique, nato nel Bihar, aveva iniziato a occuparsi di politica negli anni ’80, inizialmente come militante dell’organizzazione giovanile del partito Indian National Congress (inc, abitualmente Congress), arrivando nel 2004 a conquistare la carica di ministro nello Stato del Maharashtra.
Ma recentemente si era staccato dal Congress per legarsi a una fazione del Nationalist Congress Party (ncp, fondato nel 1999 da fuoriusciti dal Congress in contrasto con Sonia Gandhi), confluendo quindi nella coalizione formata dal Bharatiya Janata Party (bjp, il partito dell’attuale primo ministro Narendra Modi) e da una parte del partito di destra Shiv Sena (o Bandar Sena).
Successivamente il quadro è andato complicandosi ulteriormente. Per cui è lecito domandarsi se dietro il delitto non vi siano anche questioni essenzialmente politiche. Alimentate dagli scontri tra l’alleanza Mahayuti e il blocco elettorale Maha Vikas Aghadi (costituito dal Congress e dalle componenti di Shiv Sena e ncp che non si erano alleate con il bjp).
Ancora un passo indietro. Nel 2019 il bjp aveva ottenuto 105 seggi. Subito dietro di lui l’alleato Shiv Sena (ancora unitario) con 56 seggi. Al Congress solo 44. Vista la situazione, Shiv Sena abbandonava il bjp per costituire un governo di coalizione (Maha Vikas Aghadi) con le altre organizzazioni politiche. Coalizione andata poi in frantumi nel 2022 per le divisioni interne che abbiamo visto, ma brillantemente “risorta” in occasione delle elezioni federali quando ha conquistato 30 seggi su 48.
Questo per quanto riguarda il “groviglio politico”. Ma Siddique, di religione islamica, era conosciuto anche per le sfarzose feste che organizzava alla rottura del digiuno nel mese di Ramadan. Feste a cui partecipavano noti personaggi di Bollywood. In particolare l’attore Salman Khan di cui era noto il “contenzioso” con la comunità bishnoi. Avrebbe infatti ucciso, ancora nel 1998, alcune sacre antilopi cervicapra. Condannato a cinque anni di prigione (sacre o meno, si tratta comunque di animali protetti, da “lista rossa” a rischio estinzione), dopo oltre un quarto di secolo tra ricorsi e burocrazia è ancora in libertà (ufficialmente “vigilata”, ma sostanzialmente da impunito).
Potrebbe forse l’amicizia con Salman Khan essere stata la causa (o una causa) della morte di Baba Siddique? Resta il fatto che il noto attore è stato ripetutamente fatto oggetto di minacce di morte e vive sotto scorta. Così come era stato minacciato più volte Siddique.
E quindi?
Da un lato non si deve dimenticare che gli eco-guerrieri bishnoi (visnuiti) si attengono almeno in parte agli insegnamenti di Maharaj Jambaji (Jambeshwar), un guru indù a cui si deve la stesura, nel 1485, di 29 precetti (bish, sta per “venti”; noi sta per “nove”) fondati sulla protezione della natura. In un periodo di terribile siccità raccontò di aver fatto un sogno rivelatore: la mancanza d’acqua era una conseguenza dell’insensato operare degli umani. Da qui i suoi comandamenti, in particolare il divieto di uccidere gli animali e di abbattere gli alberi. Tanto che per non usare la legna per le pire funerarie, i bishnoi iniziarono a seppellire i morti. Sua la massima: “Se mostri il tuo potere sugli animali, la tua fine sarà dolorosa”.
Ma è anche vero che il gruppo di Lawrence Bishnoi – composto, pare, da centinaia di aderenti – viene sospettato di svolgere attività di stampo mafioso. In particolare estorsioni ai danni di milionari e celebrità di Bollywood, contrabbando, traffici di droga e armi… rimanendo comunque un mistero come costui riesca a coordinare tutte queste attività da una cella (in Canada ne farebbe le veci Goldy Brar di cui l’India ha chiesto l’estradizione).