Il talento di Tiare Trompette riesce sempre a sorprendere. Si può pensare che abbia dato il massimo, vincendo la Heiva I Tahiti nel 2016 o riportando il secondo posto lo scorso anno, invece no, le sue rappresentazioni sono sempre fonte di ricerche e novità, pur restando saldamente legate alla tradizione.
Questo nello spettacolo Merehau, dedicato all’astro che noi chiamiamo Rigel. Inizialmente erano previste due serate all’aperto sul paepae a Hiro – la piattaforma dedicata al poeta polinesiano Henri Hiro, magico luogo della Casa della Cultura – sotto il grande albero di baniano, ma la pioggia presente già dalla ripetizione generale del venerdì ha fatto sì che si unificasse tutto dentro il Gran Teatro, il lunedì 29 aprile, per apprezzare insieme la bellezza dello spettacolo.
Sul palco durante la prima parte le allieve della scuola di Tiare, un vero e proprio centro di formazione. Come si apre il sipario, eccole unite nel ‘ute, canto tradizionale; largo alle piccolissime, che si esibiscono in teneri fa’arapu, abbozzando timidi sorrisi: saranno loro le ballerine di domani. Le allieve adulte volteggiano leggiadre nei lunghi abiti eleganti. Impossibile non notare la simpatia di una vahine (donna) dagli atteggiamenti curiosi, impegnata da sempre nella pratica del ‘ori, la danza polinesiana.
Per le adolescenti abiti ispirati alla famosa Haka Manu, la danza dell’uccello delle isole Marchesi. Il risultato è originale, le parole del testo struggenti.
Tu sei l’uccello della felicità
Amico della brezza
Che spazza via l’alzarsi del giorno
Sorvoli la mia vita
Senza che riesca a prenderti
Piccolo uccello della felicità
La tristezza, la speranza
Sono il mio quotidiano
Quando la mia voce viene trascinata
A pensare al frutto del desiderio
Le lacrime imperlano il mio viso
Il mio peccato è di averti voluto amare
E l’onda, l’anima del mio essere
Si confonde con le delusioni
Che mi dài
Le mie braccia potrebbero diventare
Il tuo rifugio
O piccolo uccello della felicità.
Nella parte ballata dai professionisti, Tiare ha voluto unire vari tipi di ballo, fondendoli magistralmente con lo ‘ori Tahiti. Hip Hop e danze marchesiane scorrono fluide sul palco, per farci capire come l’umanità faccia parte di un unico popolo, pur con usi e costumi diversi.
Anche il pubblico è chiamato in gioco e partecipa attivamente alla coreografia accendendo e spostando la luce dei cellulari, o battendo le mani secondo un certo ritmo. Simpatico modo di inserirsi nello spettacolo, pur senza avere alcun talento.
Il tema dello spettacolo del gruppo Hei Tahiti è Mere, l’astro Rigel della costellazione di Orione, stella visibile da quasi tutti i luoghi dei due emisferi. Questa è la stella che aiuta gli uomini durante il loro cammino, terreno e metafisico.
Mere a na vau i te reva tārava ‘atea
‘E mere i te ra’i ru’i pa’o, ‘e mere i te hau i te ru’i ‘ānapa
‘E rere, ‘e rara i te tau a u’i, ‘i te mere ha’amere ‘ore i te tau tupuna
Mere a na vau i te reva tārava ‘atea
Tuarere i te fenua, tuarara i te moana
‘E mere hi’i rere i te rama o te hīro’a tumu hono ra’i fenua
Mere a na vau i te reva tārava ‘atea
Tu’i rere i te nuna’a, tu’i rara i te hau
‘e mere tui rere tō arati’a i tō iho parau tei fenuhia ‘e tō hui tupuna
Mere a na vau i te reva tārava ‘atea
Tūrama i te ha’a atua, ti’arama i te ha’a ‘aito
‘E mere tūrama i te paripari o tō tupuna
Mere a na vau i te reva tārava ‘atea
‘E mere i te u’i hou, ‘ei hau tō hīro’a tumu i te tau a u’i
‘E mere i te hau a tau, ‘e mere i te hau a u’i.
Mere hau.
Sono la stella che percorre il cielo
Quella che scintilla durante la notte nera, quella che brilla nel chiarore della notte
Quella che vola, che attraversa le generazioni nel tempo, testimone dei tempi degli antenati
Sono la stella che percorre il cielo
Quella che esplora il mondo, che voga sopra i mari
Sono quella che conforta i ricordi, che unisce cielo e terra
Sono la stella che percorre il cielo
Quella che unisce i popoli, che rassembla le nazioni
Sono il cammino che ti porta verso la tua storia, quella tracciata dai tuoi antenati
Sono la stella che percorre il cielo
Quella che edifica l’opera degli dèi, che glorifica l’opera degli eroi
Sono il candelabro della memoria degli anziani
Sono la stella che percorre il cielo
La torcia ancestrale che resta eterna mentre il tempo scorre
Sono quella a fianco al tempo, a fianco alle generazioni
Sono Mere, la stella della pace.
Un estratto da mettere in valore, di questo spettacolo di danza, sono questi quattro “a solo” consecutivi, carichi di energia, dalla bambina alle due giovani donne. La penultima a passare in scena ha da poco partorito, alle prove era sempre accompagnata da un tenero frugoletto di pochi mesi.
Per capire l’importanza dei pahu (tamburi) nel quotidiano dei polinesiani, di come questi esprimesero emozioni e sottolineassero i vari avvenimenti, durante lo spettacolo vengono messi in risalto alcuni ritmi, accompagnati dai battiti delle mani coinvolgendo il pubblico. Simpatico modo di provare a esprimere allegria o gravità direttamente.
Stella indiscussa dello spettacolo, la giovane figlia di Tiare, nata con una grave malformazione alle gambe, contrariamente alla sua gemella. Nonostante sia su una sedia a rotelle, la piccola balla nel gruppo con la grazia e la passione ereditate dalla madre, raccogliendo grandi ovazioni. In Polinesia è possibile questo e altro.