La Cina sa come usare le élite occidentali per la propria propaganda. In particolare, “il Vaticano e le élite economiche occidentali”, ha scritto sulla “National Review” Michael Brendan Dougherty, “che hanno giocato un ruolo determinante nella vittoria dell’Occidente durante la guerra fredda”. E chi meglio di un famoso economista considerato il cervello del Vaticano?
“La rapida ascesa della Cina è un esempio per il resto del mondo”, ha detto Jeffrey Sachs, professore di economia alla Columbia University. “La Cina ha dimostrato che in 40 anni un’economia di 1,4 miliardi di persone può passare dalla povertà al dinamismo e all’eccellenza tecnologica. Dovremmo infondere questo approccio a livello globale”. Sachs questa settimana ha parlato così in un discorso trasmesso da Vision China e da “China Daily”, l’organo del Partito Comunista Cinese. “Il presidente Xi ha annunciato alle Nazioni Unite un anno fa che la Cina si impegna a raggiungere lo zero di emissioni nette entro il 2060”, ha detto Sachs. “Penso che accadrà più velocemente di così”. Sachs ha aggiunto di essere un grande fan della Nuova Via della Seta. “La cooperazione pacifica che la Cina promuove è assolutamente il modo in cui dobbiamo andare avanti”.
Poche ore dopo, Papa Francesco nominava Sachs alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Non una nomina a caso. A guidare l’Accademia è Marcelo Sánchez Sorondo, che ha detto: “In questo momento, quelli che realizzano meglio la dottrina sociale della Chiesa sono i cinesi. Essi tengono al bene comune, subordinano le cose al bene comune. Ho incontrato una Cina straordinaria: ciò che la gente non capisce è che il principio centrale cinese è il lavoro, lavoro, lavoro. Non c’è altro. Al fondo è come diceva san Paolo: chi non lavora, non mangia”.
Il cardinale di Hong Kong, Joseph Zen, durissimo sull’accordo fra il Vaticano e la Cina, ha sostenuto che a Roma si sono “venduti” i cattolici cinesi. In San Pietro c’è una vera e propria lobby pro Cina e la nomina di Sachs lo dimostra.
A maggio Sachs ha parlato a una conferenza del regime sullo Xinjiang, criticando chi accusa Pechino di compiere una repressione degli uighur. Ad aprile, quando la BBC gli ha chiesto degli abusi dei diritti umani in Cina, Sachs si è innervosito e ha risposto: “E gli abusi degli Stati Uniti?”.
Un anno fa, criticando la politica aggressiva sulla Cina dell’Amministrazione Trump, Sachs ha elogiato il “successo globale della Cina”. In pratica, l’economista del Papa passa metà del suo tempo a parlare di sviluppo sostenibile e l’altra metà a tessere gli elogi di Pechino.
Sachs, che si definisce “leader globale nello sviluppo sostenibile”, è una vera e propria autorità alle Nazioni Unite (colleziona nomine prima sotto Ban Ki-moon e ora sotto Antonio Guterres), un sostenitore dell’aborto per limitare le nascite nei Paesi poveri e uno che ha definito Donald Trump un “sociopatico”.
Il sostegno al regime cinese di Sachs è talmente grottesco che si “dimentica”, elogiando il modo in cui la Cina ha combattuto la povertà, dei 50 milioni di cinesi rinchiusi nei laogai, le “carceri amministrative”, e dei 2 milioni in questo momento nei campi di lavoro forzato, grazie al quale il “miracolo cinese” è stato possibile.
Il “Washington Free Beacon” scrive che “Jeffrey Sachs è apparso sui mezzi di propaganda cinesi durante la campagna del 2020 contro la politica estera degli Stati Uniti definita una ‘crociata empia contro la Cina’. Sachs ha contribuito ad articoli feroci sul ‘Global Times’, sul ‘China Daily’ e su altri media portavoce del regime e ha avuto successo su testate statali come China Global Television Network. Sachs ha una lunga relazione con il governo cinese e l’élite degli affari, che può essere fatta risalire almeno ai primi anni 2000. Sachs è un membro del comitato consultivo dell’International Poverty Reduction Center in Cina”.
La China Global Television Network si è vista quest’anno revocare la licenza nel Regno Unito. L’accusa? Essere “controllata dal Partito Comunista Cinese”.
Sachs tre anni fa è uscito dai social media dopo aver accusato gli Stati Uniti di aver chiesto l’estradizione di un dirigente di Huawei per spionaggio. Un collega di Sachs, Isaac Stone Fish, ha chiesto a Sachs se fosse stato pagato da Huawei per scrivere un saggio contro la “guerra americana alla tecnologia cinese”. Report poi uscito sul sito di Huawei.
Il professore del papa deve essere molto stupido e naïf oppure c’è dell’altro.
Intanto centinaia di cattolici cubani che hanno cercato di raggiungere San Pietro domenica durante l’Angelus del Papa sono stati respinti e interdetti dalla piazza. Gridavano “libertà libertà“. Oggi lo slogan che va è un altro: “sostenibilità sostenibilità”. Meglio se pronunciato in mandarino.