Baschi e curdi: due popoli fratelli, al di là delle distanze geografiche, entrambi perseguitati, oppressi, sterminati. Per i primi basti ricordare Gernika, la repressione franchista (con le fucilazioni di massa nel dopoguerra, quella civile), le squadre della morte (i gal, ma non solo).
Per i curdi penso sia inutile elencare. Un costante stillicidio di massacri e uccisioni “mirate” opera da Stati-nazione (Turchia, Iran…) che evidentemente non intendono permettere a questi indocili e mai rassegnati ribelli di autogovernarsi.
Non è certo questa la prima occasione in cui i baschi – tradizionalmente tra i più propensi all’internazionalismo – si spendono per i curdi.
Nella mattinata dell’8 febbraio Pernando Barrena, rappresentante di eh Bildu (espressione della sinistra abertzale basca) nel parlamento europeo, parteciperà a una conferenza a Bilbao presso l’auditorium della Bizkaia Aretoa per esprimere concretamente la solidarietà di Euskal Herria, non solo al prigioniero politico curdo Abdullah Ocalan (segregato in isolamento ormai da 25 anni nell’isola-prigione di Imrali,la “Robben Island” turca), ma anche a tutto il popolo curdo.
All’iniziativa interverranno l’avvocato di Ocalan, Ibrahim Bilmez dello studio legale Asrin, Koldo Sanchez del sindacato lab (“abertzale e di classe”) e un rappresentante del knk (Congresso Nazionale del Kurdistan).
Come dicevo non è questa la prima iniziativa dei baschi a sostegno di Ocalan.
L’anno scorso, per esempio, sei sindacati baschi (lab, ela, ccoo, esk, ugt e Steilas) avevano ricordato il 24esimo anniversario del suo sequestro con un manifesto in cui denunciavano che “Abdullah Öcalan, leader del pkk subisce il carcere da 24 anni, in condizioni estreme, in totale isolamento e con pesanti restrizioni alla possibilità di comunicare con l’esterno. Nel 2006-2007, tre milioni e mezzo di curdi firmarono una petizione in cui affermavano di considerarlo il loro rappresentante politico. Come unico leader che gode della fiducia del popolo curdo e come precursore di una soluzione pacifica del conflitto turco-curdo, Ocalan rappresenta una parte indispensabile per risolverlo”.
Inizialmente unico recluso a Imrali, insieme a Ocalan nel 2009 qui vennero rinchiusi anche altri sei prigionieri (attualmente sarebbero tre). Tuttavia per il leader curdo il regime di isolamento resta in vigore per 23 ore giornaliere durante la settimana e per 24 nei fine settimana.