Lo scorso dicembre il Congresso americano ha autorizzato all’unanimità il presidente Obama a inviare armamenti al governo dell’Ucraina. Ma secondo lo storico Walter G. Moss esistono almeno sette buoni motivi per non farlo:
1) A un’escalation della potenza militare ucraina corrisponderebbe un analogo supporto russo ai separatisti dell’Est, aumentando le perdite e le sofferenze di entrambe le parti. Tra l’altro, la posizione geografica della Russia la rende enormemente avvantaggiata dal punto di vista strategico rispetto alla NATO.
2) In America c’è la tendenza a considerare Putin un uomo malvagio alla Hitler, e questo è un modo semplicistico di trattare con lui. Come ha notato Henry Kissinger, l’antiputinismo non è una politica. Putin non si fida della politica estera americana e teme, non senza ragione, che la NATO aggiunga l’Ucraina alla lista degli ex territori sovietici passati all’alleanza. Una sfiducia non limitata a lui, tra l’altro, ma condivisa dalla maggioranza dei cittadini russi, compreso Mikhail Gorbaciov. Mandare armi significherebbe rinforzare questa opinione.
3) Troppo spesso gli USA hanno inviato aiuti militari a governi o eserciti incapaci o non disposti a usarli. Talvolta le armi sono poi finite in mani nemiche, come per esempio l’ISIS. Lo stesso avverrebbe in Ucraina: come commenta una fonte non ufficiale del Cremlino, queste cadrebbero ben presto nelle mani dei separatisti.
Tra l’altro il governo ucraino è spaventosamente corrotto e le sue forze armate sono un misto di regolari e volontari: non è che poi questi armamenti finirebbero in Iraq, Siria, Libia o Afghanistan?
4) Spendere miliardi di dollari per armare l’Ucraina sarebbe uno sperpero di denaro pubblico, destinabile a miglior causa. Il Paese rimarrebbe ugualmente paralizzato, l’economia europea ne soffrirebbe e la Russia sarebbe ancora più infuriata e difficile da trattare.
5) Un aumento delle tensioni tra USA e Russia riguardo all’Ucraina ostacolerebbe la collaborazione e ridurrebbe la capacità americana di fronteggiare altre importanti problematiche, come i cambiamenti climatici, la riduzione degli armamenti nucleari, il terrorismo, l’ISIS e le ambizioni nucleari iraniane. Al contrario, migliorare le relazioni con la Russia aiuterebbe ad affrontare alcuni di questi problemi.
6) Inviare aiuti militari all’Ucraina, ora come ora aumenterebbe la disunità della NATO e la indebolirebbe. Per esempio, la Merkel ha affermato chiaramente di non vedere alcuna soluzione militare al conflitto, e di certo non è l’unico esponente europeo a pensarla così.
7) Anche se non si condividono i sei punti precedenti, si può ugualmente concludere che è possibile appoggiare totalmente l’Ucraina pur opponendosi all’invio di armi. Come hanno osservato alcuni analisti, tale invio non aiuterebbe più di tanto il Paese a livello militare, mentre peggiorerebbe la situazione complessiva. Kiev ha semmai un bisogno disperato di aiuto finanziario, tecnico e politico per raggiungere obiettivi vitali, come un’agenda di riforme e una serie di accordi durevoli per tenere unito il Paese. È questa la posizione di Angela Merkel e di altri alleati.