Lussemburgo, 23 ottobre 2017 – Un referendum locale che sui social è scalato a tema nazionale, ma che ha appassionato quasi solamente il pubblico maschile e ha scatenato una polarizzazione di reazioni tra il supporto ai leader politici promotori dell’iniziativa e quello ad autori, giornalisti e vignettisti che hanno ironizzato sulle problematiche del voto elettronico e non solo.
Questi i principali risultati dell’indagine condotta da Talkwalker, società leader mondiale di social media analytics, tra il 17 e il 23 ottobre.
Tra i post più condivisi infatti (la classifica engagement per mention misura il numero di interazioni medie con i post dell’account sul tema), oltre a quelli a opera dei più attivi promotori politici dell’iniziativa (Matteo Salvini, Roberto Maroni e Giovanni Toti), troviamo quelli decisamente sarcastici dell’autore televisivo Marco Salvati, del giornalista e blogger Luca Bottura, del vignettista Mauro Biani oltre a quelli di due fake account satirici come “Le migliori frasi di Osho” e “Enrico Mentina”.
Dal punto di vista demografico, il coinvolgimento degli uomini (66%) è stato quasi doppio rispetto a quello del pubblico femminile (34%), la fascia d’età che ha reagito maggiormente al tema è stata quella più tipicamente attiva sui social (25-34 anni), seguita da quella dei più giovani (18-34) che superano la fascia 35-44.
Le discussioni sul tema si sono concentrate proprio nella giornata del referendum (22 ottobre), con le menzioni dei termini “Referendum Autonomia” e l’hashtag #Referendum Autonomia hanno fatto registrare picchi oltre le 300 mention in coincidenza con gli orari di diffusione dei dati di affluenza.
Se estendiamo la ricerca all’intera settimana che ha preceduto la consultazione più il giorno successivo, le principali parole chiave e gli hashtag più diffusi hanno raccolto oltre 27 mila mention (oltre 11 mila solo nella giornata dedicata al voto).
La nuvola degli emoji più condivisi ben rappresentano la spaccatura tra l’orientamento di chi si trova a supportare la causa (box verde con spunta) soprattutto con icone che richiamano colori o simboli delle due regioni coinvolte (il cuore verde, il leone), e quello di chi, invece, ha scelto un approccio opposto e ha postato contenuti conditi da facepalm, bocche cucite o smiley pensierosi.
Il sentiment generale relativo ad articoli e post è stato prevalentemente neutro, un dato confermato dai dati del reach che premiano le testate di news, ma contrariamente all’esito del referendum in seconda posizione si sono piazzati i commenti di tono negativo, un risultato che però è stato ottenuto da un quorum molto più allargato: la discussione infatti si è concentrata all’interno di due regioni ma ha coinvolto tutto il Paese. E come si sa, larghe aree hanno tutto l’interesse a manterenere lo status quo.