Lungo la costa egea della Turchia, nell’area intorno a Izmir, risiede una comunità turca di origine africana. Provenienti per discendenza da Kenya, Arabia Saudita, Sudan, Libia e Niger, gli afro-turchi costituiscono oggi una minoranza di circa centomila persone, pienamente riconosciuta nei suoi diritti a partire dalla fondazione della Repubblica Turca nel 1923.
La sua storia ha inizio nel 1453, agli albori dell’Impero Ottomano, quando gli antenati delle regioni africane cominciarono a essere schiavizzati dall’esercito ottomano (lo stesso avveniva precedentemente per mano dei bizantini) e poi trasportati via Zanzibar verso l’Anatolia, al servizio delle ricche famiglie nobili o sfruttati per la raccolta di cotone e tabacco nelle piantagioni lungo la costa dell’Egeo, intorno a Dalaman, Menderes e Gediz.
Altri loro antenati, invece, arrivarono nella regione da Creta in seguito agli scambi di popolazione – regolati dall’appartenenza religiosa e non etnica – decisi nel 1923 con un accordo tra Grecia e Turchia: i cristiani ortodossi turchi dovevano abitare in Grecia, i musulmani greci in Turchia. E infatti gli afro-turchi attualmente residenti nella cittadina di Ayvalik ricordano come i loro parenti parlassero greco all’arrivo in Turchia.
La schiavizzazione continuò fino alla prima metà dell’Ottocento quando, con le riforme imperiali tanzimat, 1) il sultano Abdulmecid I sotto la spinta delle potenze occidentali promulgò un editto che aboliva la tratta di schiavi, senza tuttavia cancellare la schiavitù. Da quel momento, gli schiavi liberati si insediarono definitivamente nella regione affacciata sull’Egeo, dove tuttora risiedono i loro pronipoti.
È noto, inoltre, che nel corso del dominio ottomano un ristretto numero di schiavi arrivarono persino a servire il sultano in qualità di custodi del suo haremlik (gli eunuchi) e di giannizzeri, la guardia armata imperiale. In particolare, dal 1587 gli eunuchi africani furono a capo della custodia dell’haremlik del sultano (70 eunuchi si succedettero in tale posizione) al posto degli eunuchi “bianchi” provenienti principalmente dal Caucaso, che detenevano quel ruolo sin dal periodo bizantino.
È anche certo che gli afro-turchi vennero reclutati nell’esercito ottomano durante la guerra austro-turca tra il 1716 e il 1718 e in quella per l’indipendenza turca dalla Grecia (1922).
Oggi gli appartenenti alla comunità afro-turca sono completamente integrati con il resto della popolazione, parlano turco e professano la fede islamica, contraggono matrimoni interetnici disperdendo sempre più i confini della loro origine. Oltre alla provincia di Izmir, molti risiedono nelle aree di Antalya e Adana o si sono trasferiti nelle città più popolate, come Istanbul. Appartengono agli strati medio-bassi della società e sono impiegati generalmente in lavori di artigianato.
Per non smarrire le proprie origini, nel 2006 un gruppo di afro-turchi con a capo lo scrittore (e marmista) Mustafa Olpak, deceduto nel 2016, ha fondato l’associazione Afrikalılar Kültür ve Dayanışma Derneği allo scopo di raccogliere e preservare le testimonianze orali del passato della comunità. Ali Moussa Iye, direttore dell’iniziativa UNESCO Slave Route Project, ha presenziato alla cerimonia di apertura in Ayvalik.
Olpak non solo ha lottato energicamente per la ricerca dell’identità dei turchi africani, ma ha anche favorito il ripristino di un’antica festa della comunità celebrata per circa duecento anni, il Dana Bayrami, che mette in scena danze e concerti.
Anche la Commissione Europea si è interessata a questa causa finanziando il progetto “Voices from a Silent Past: An Oral History Study on the Past and Present of Being an Afro-Turk”, a cui lavora l’Istituto di Storia di Istanbul.
Oggi, dunque, questa comunità sta cercando di far riemergere i ricordi legati alla propria storia, a partire dalla diaspora africana. Mustafa Olpak ha messo per iscritto le memorie della sua famiglia in Kölelikten Özgürlüğe: Arap Kadın Kemale (dalla schiavitù alla libertà: Kemale, una donna araba), pubblicato nel 2002, e in Kenya-Girit-İstanbul: Köle Kıyısından İnsan Biyografileri (Kenya-Creta-Istanbul: biografie umane dalla Costa degli Schiavi).
N O T E
1) Tanzimat erano le riforme messe in campo dal 1839 al 1876 per modernizzare l’Impero Ottomano. Ne furono protagonisti alcuni sultani riformatori, tra i quali Abdulmecid che regnò dal 1839 al 1861. [NdR]