Nell’Unione Europea, la giustizia spagnola è considerata di livello paragonabile a quella degli altri Stati membri: essa funziona ragionevolmente bene nella maggior parte dei casi, tranne quando si tratta della monarchia o dell’unità della patria. Qui salta fuori il franchismo di fondo, come è accaduto nei confronti della minoranza catalana e della sua aspirazione a vivere fuori da questa Spagna. Rispetto a tale legittimo progetto di autodeterminazione, si utilizza la giustizia come arma politica, proprio come succede in Turchia contro la popolazione curda.
Eppure l’Unione Europea finge di non accorgersene. Recentemente l’avvocato generale della CGUE, Richard de la Tour, contraddicendo la dottrina finora adottata dai tribunali europei, ha ritenuto che il Belgio non abbia agito correttamente quando ha negato l’estradizione dell’esule catalano Lluís Puig. I belgi ritenevano che, in Spagna, Puig non avrebbe avuto un equo processo, essendo evidente che il sistema giudiziario di Madrid perseguita i catalanisti e li sottopone a processi farsa, condannandoli inesorabilmente come se fossero terroristi violenti anche quando agiscono in modo pacifico.
Qualcosa di simile sta accadendo per lo spionaggio tramite il programma Pegasus. L’organizzazione Citizen Lab ha documentato casi di spionaggio in Polonia (3 politici dell’opposizione), Ungheria (4 giornalisti) e Spagna (65 sostenitori dell’indipendenza catalana, tra cui 7 avvocati!). Ma ecco che all’improvviso il premier spagnolo annuncia che anche lui e alcuni suoi ministri sono stati spiati un anno fa con Pegasus, presumibilmente dal Marocco. Perché dirlo proprio ora, assumendosi l’onta di essere stato intercettato? Sembra chiaro che il governo stia cercando di coprire i controlli illegali ai danni degli indipendentisti.
L’Unione Europea ha abboccato all’amo: la commissione che investigherà sullo spionaggio con Pegasus si dedicherà soltanto a Polonia e Ungheria, recandosi in questi due Paesi – oltre che in Israele e negli Stati Uniti – ma lasciando fuori dalle sue indagini la Spagna.
L’UE dovrebbe smetterla di imporsi la non ingerenza di fronte alle angherie della giustizia spagnola. Al contrario, la giustizia sovrastatale è l’unica in grado di frenare gli abusi all’interno dei Paesi membri. Abuso, nel caso della Spagna, perché essa sta cercando di impedire con mezzi illeciti la legittima aspirazione del popolo catalano a decidere del proprio futuro.
Gli esuli catalani, guidati dal presidente Carles Puigdemont, stanno combattendo una battaglia legale in Europa per ottenere giustizia. La loro vittoria aiuterà a porre fine al franchismo in Spagna e questo rafforzerà tutti i cittadini europei.