È morto all’età di 96 anni l’avvocato Francesco Tassone, scrittore, storico, magistrato, nato a Spadola in Calabria. È stato una figura chiave dell’autonomismo meridionale. Un suo stretto collaboratore ricorda così la sua opera.
Il punto saliente del suo impegno politico e culturale è la pubblicazione della rivista “Quaderni del Sud – Quaderni calabresi”, il cui primo numero porta la data del marzo 1968. Un lavoro costante protrattosi per oltre cinquant’anni e che di recente ha dato origine all’impostazione di una sua seconda fase, come organico sviluppo della prima, all’insegna del motto “Quaderni, punto e a capo”. La cui peculiarità rispetto alla prima fase, della quale conserva appieno tutti i princìpi fondanti, consiste nel porsi come punto di raccordo del lavoro di ricostruzione e riplasmazione della propria identità da parte delle varie e molteplici comunità che costituiscono il pianeta Meridione.
All’attuazione di questa seconda fase prendono parte alcuni gruppi del Cilento (Vallo della Lucania); alcune comunità della Basilicata (Brindisi di Montagna, con quella straordinaria organizzazione di lavoro identitario, condotto sul terreno culturale, occupazionale e produttivo, che è la Grancia); alcune comunità delle Serre Calabresi e del Poro (Vibo Valentia); e della Campania, Caserta-Napoli-Castellammare di Stabia.
I primi cinquant’anni di vita della rivista sono contrassegnati dalla lettura della condizione del Meridione come colonia interna della struttura costruita con lo Stato Nazionale Italiano, asservita attraverso tale struttura ai processi di sviluppo delle popolazioni “tosco-padane”, come li definiva Nicola Zitara, al quale si deve lo splendido saggio apparso nel numero di avvio del marzo 1968 dal titolo In attesa dell’Avvento, poi via via sviluppato nell’opera fondante di tutto il processo di ricostruzione, a cui venne dato il titolo L’Unità d’Italia. Nascita di una colonia.
Un libro nato quindi all’interno del lavoro di partecipazione attiva che la rivista andava conducendo, con suoi diretti interventi in vicende drammatiche, quali la “Rivolta di Reggio”. Di recente la Jaca Book ha provveduto a pubblicare una nuova edizione.
A partire da quegli eventi, la rivista si mosse in modo sempre più chiaro su un doppio binario ideologico.
Primo: l’organizzazione politica delle popolazioni meridionali, comprese in esse le popolazioni che, pur dotate di una propria identità quali le popolazioni siciliane e quelle sarde, sono parimenti assoggettate allo stesso ordinamento di sfruttamenti, di cui lo Stato Italiano costituisce l’epicentro. Nacque così il “movimento meridionale” (formula abbreviata della più corretta dizione elaborata dai circoli sardi: “Movimento dei contadini e dei proletari del Mezzogiorno e delle Isole”) che condusse molte battaglie elettorali (di cui i Quaderni hanno via via fornito la cronaca e le motivazioni) protrattesi fino ai primi anni di questo nuovo secolo. Durante tale fase la rivista prese il nome di “Quaderni del Mezzogiorno e delle Isole”.
Il secondo binario è costituito dal suo diretto intervento in alcuni processi di riorganizzazione della vita di talune comunità colpite da gravi calamità naturali. Il piccolo gruppo, costituito dalla redazione della rivista, con sede a Vibo Valentia, divenne il promotore e organizzatore di tali processi sviluppatisi a Fabrizia, comunità delle montagne calabresi colpita dalla disastrosa alluvione che interessò Calabria e Basilicata nella notte del 1° gennaio 1973; e successivamente sviluppatisi in numerosi paesi della Basilicata e dell’Irpinia, regioni e province pressoché interamente devastate dal terremoto del 20 novembre 1980.
Va ricordato il lavoro editoriale svolto attraverso la casa editrice Qualecultura, fondata da Francesco Tassone insieme al gruppo che si era raccolto intorno al Circolo Salvemini e alla rivista: Luigi Lombardi Satriani, Mariano Meligrana, Nicola Zitara, Rocco Brienza, Domenico Scafoglio. L’editrice godette della possibilità di vedere distribuiti i suoi libri dalla Jaca Book. Grazie a questa collaborazione videro la luce Il canto dei nuovi emigranti, di Franco Costabile; Storia della gente in Calabria, di Domenico Minuto; Enotrio; l’ampia e accurata ricerca su La poesia delle Calabrie dal duecento ad oggi, di Franco Grasso, di cui sono stati pubblicati i primi due volumi e il terzo è pronto per la pubblicazione; L’acqua di Gangà, ampia documentazione sulla tradizione popolare orale di Curinga; un gruppo di lavoro di opere in grecanico, di autori quali Salvino Nucera, ovviamente con traduzione in lingua italiana; Diritto egemone e diritto popolare, di L. Lombardi Satriani e Mariano Meligrana; per citare soltanto alcuni dei titoli principali tra oltre cento pubblicazioni.