Uccisioni, coprifuoco, assedio… e ora anche le armi chimiche. Cresce la preoccupazione per le città curde assediate (Cizre da oltre 60 giorni, Sur anche di più), con i soldati turchi che impediscono alle ambulanze di soccorrere i feriti, in gran parte donne e bambini (vedi l’agenzia curda AnfEnglish).
Dopo oltre due mesi di assedio e repressione, la situazione è sempre più grave. Mentre decine di migliaia di persone nei territori curdi sotto l’amministrazione di Ankara sono quotidianamente sottoposte a pesanti bombardamenti, negli ultimi giorni l’esercito turco ha massacrato oltre 60 persone a Cizre.
Vengono attaccati anche gli edifici dove trovavano rifugio i feriti e si parla dell’uso di armi chimiche. Una conferma viene dalle immagini di corpi completamente bruciati. Avanzo un’ipotesi: fosforo bianco come gli USA a Falluja?). In una cantina di Cizre sottoposta a bombardamento erano bloccati 19 feriti di cui non si avevano più notizie. Da alcune immagini apparse su un account twitter vicino all’ASKP, si comprende come anche questi siano stati giustiziati dai soldati turchi. Recentemente la deputata Leyla Birlik, esponente dello HDP, aveva denunciato che alcuni cadaveri abbandonati nelle strade risultavano completamente bruciati.
Tra le 60 persone giustiziate a Cizre, c’era Mehmet Tunç, copresidente dell’assemblea popolare di Cizre. Sequestrato insieme ad altri civili per due settimane nel seminterrato di un edificio circondato e bombardato dall’esercito turco, aveva detto: “Se lo stato turco ci ammazza, quelli che hanno mantenuto il silenzio non vengano a piangere sulla nostre tombe”.
10 punti di morte
Il nuovo “Piano d’azione in dieci punti” presentato dal primo ministro turco Davutoglu prevede “l’eliminazione delle differenze tra nazione e Stato”, un’espressione che evoca la definitiva negazione dell’identità curda. Quanto ai metodi previsti per “ristabilire l’ordine pubblico” è evidente che saranno quelli impiegati ormai da mesi: repressione, massacri e ora, ripeto, anche le armi chimiche. Un piano da 9 milioni di dollari (almeno quelli già previsti) a cui contribuiranno anche i finanziamenti europei. Notoriamente Ankara gode dell’aperto sostegno della NATO (in chiave antirussa) e del sostanziale, tacito assenso da parte dell’UE. Al punto che proseguono impunemente, nonostante le proteste del governo locale, anche i bombardamenti degli F16 turchi in territorio iracheno, sui monti di Qandil dove si rifugiano i guerriglieri del PKK.