Lunedì 13 gennaio, in occasione della visita a Pau del presidente francese Macron per presenziare al G5 Sahel, la Tor deu Borrèu (il locale in cui ha sede l’organizzazione Libertat che si definisce “indipendentista e socialista”) è stata sfondata e perquisita dalla polizia che ha anche arrestato sei militanti occitani. Già dal primo pomeriggio tutte le strade che portano in città erano state bloccate ermeticamente dalla Gendarmerie per consentire l’accesso al solo corteo presidenziale.
Nel frattempo alla Tor deu Borrèu alcuni militanti occitani avevano esposto uno striscione di protesta e andavano diffondendo musica tradizionale attraverso gli altoparlanti. Stando alle accuse, avrebbero anche gridato slogan indipendentisti.
Cinque poliziotti in divisa e uno in borghese avevano cercato di entrare nella sede senza riuscirci. Raggiunti da molti altri (almeno una cinquantina, sia in divisa sia in borghese) sfondavano la porta e si impadronivano dello striscione; gettandosi quindi sui militanti presenti per arrestarli (“très brutalment”, stando alle testimonianze).
Una volta giunti al commissariato, tuttavia, gli agenti si trovavano in evidente difficoltà al momento di giustificare il loro operato. In un delirante crescendo i militanti arrestati venivano accusati prima di “schiamazzi diurni”, poi di “oltraggio” e infine di “ribellione”.
Alla fine emergeva un capo d’accusa definitivo… almeno per ora: “oltraggio nei confronti di una persona depositaria di pubblica autorità in riunione”.
In tarda serata gli arrestati venivano rimessi in libertà – provvisoria – e rimangono per ora in attesa del processo.