Il referendum di Lombardia e Veneto certifica che esistono due Italie. Lo sappiamo da sempre, anche se facciamo finta di niente. Sappiamo da sempre che la Lombardia ha un residuo fiscale folle, e cioè il saldo fra quanto versa e quanto riceve è negativo per 54 miliardi di euro l’anno (dati Eupolis). Il saldo negativo del Veneto è di 15 miliardi, e ci sono anche Emilia (18 miliardi) e Piemonte (8). Va avanti così da decenni. La Baviera, che è la Baviera, ha un saldo negativo di 5 miliardi. La Sicilia riceve 10 miliardi più di quanto versa. Sardegna, Campania e Calabria 5 abbondanti. Ogni lombardo devolve oltre cinquemila euro l’anno, ogni calabrese e ogni sardo ne riceve tremila. Tutto questo sarebbe logico e solidale se le regioni del Sud avessero risolto qualche problema, anziché aggravarli. Hanno una sanità migliore? No. Una scuola migliore? No. Strade migliori? No. Crescita economica? No. Se ne discute da almeno una trentina d’anni e il referendum certifica che qualche milione di italiani, al Nord, s’è rotto le scatole di vedere i soldi finire nell’assistenzialismo o nel tombino, e a tutto questo si dà un titolo: egoismo. Anzi, al plurale, egoismi, che sa più di sociologico, ma sfugge l’altruismo che si risolve in un implacabile scialo. Ci sarebbero due possibilità per evitare un lento sviluppo catalano: restituire più soldi al Nord oppure diventare impietosi con gli sprechi del Sud. O persino l’una e l’altra, insieme. È vero, viene fatica solo a pensarci. Toccherà aspettare lo sviluppo catalano.
Mattia Feltri, “La Stampa”.