Stando alle ultime informazioni, il trentaduenne Muhammed Tunc si troverebbe ancora nel carcere di Pforzheim, ma la sua espulsione verso la Turchia potrebbe essere questione di giorni, se non addirittura di ore. Nonostante il suo avvocato, Thomas Oberhauser, abbia presentato una domanda di rilascio sotto controllo giudiziario al tribunale amministrativo di Sigmaringen, così da evitarne la deportazione (ma finora non ci sono stati riscontri positivi).
Nato e cresciuto a Ulm, nel Baden-Wurttemberg, il giovane curdo è in possesso della cittadinanza turca. Per la sua militanza antifascista ha avuto qualche problema con la legge e in almeno un paio di occasioni è stato aggredito e gravemente ferito.
Il suo arresto è stato la conseguenza di una rissa, o meglio di uno scontro, con militanti turchi di estrema destra e con simpatizzanti di Erdogan.
Scontato che in Turchia si troverebbe esposto a persecuzione politica, tortura e imprigionamento per le sue attività a favore del popolo curdo (anche se queste si sono svolte in Germania). Tuttavia il ministero del Baden-Wurttemberg pare intenzionato a procedere ritendo l’espulsione “giustificabile” in quanto Tunc avrebbe commesso una “infrazione penale”; così come stabilito in sede processuale, con due condanne a suo carico appunto per gli scontri con appartenenti all’estrema destra nazionalista turca e con militanti del partito di Recep Tayyip Erdogan.
Direi che basta e avanza per farne un “nemico” della Turchia, da neutralizzare in qualche modo.
Due tentativi di espulsione si sono finora dimostrati fallimentari. Nel primo, il 16 febbraio, lo avevano già caricato a bordo di un aereo a Stoccarda. Ma la sua vigorosa resistenza aveva spinto il personale dell’aereo a rifiutarsi di trasportarlo. Analogamente era fallito un secondo tentativo il 17 febbraio, direttamente con un aereo di Turkish Airlines. Dato che non c’è due senza tre, è prevedibile che ai danni di Muhammed Tunc ci sarà presto un’altra tentata espulsione.
Della massima importanza quindi vigilare e protestare contro questa ennesima violazione dei diritti umani.