Raccontando riti, gastronomia, costumi contemporanei e tradizioni giapponesi, raccolti durante un viaggio in shinkansen (il treno-proiettile), metropolitana e bus tra le principali località dell’isola di Honshū. Da Tokyo nella regione del Kantō (con i dintorni Monte Fuji, Kamakura e Nikko), fino a Osaka nella regione del Kansai (con Kyoto e i dintorni Nara, Himeji, Fushimi-Inari Taisha e Miyajima) e a Hiroshima nella regione di Chūgoku.
testo e foto di Giuseppe Russo
Le Cos-Play-Zokù, truccate con colori sgargianti e vestite nei modi più improbabili – astronauta, personaggio di Star Trek, dark o gothic lolita – o con abiti ispirati ai personaggi dei fumetti e dei manga, spesso indossando zatteroni di plastica bianca di diverse decine di centimetri di altezza, si aggregano in alcuni luoghi del centro provenienti dalle aeree periferiche di Tokyo. Sono adolescenti socialmente non integrate con i loro coetanei, e per superare questo isolamento decidono di immedesimarsi in un personaggio fittizio e di rendersi disponibili ai fotografi, raggiungendo una sorta di libertà e indipendenza altrimenti difficile da conquistare.
Ogni fine settimana le si può notare sul ponte pedonale di Harajuku, che unisce il parco Yoyogi con Omotesando a Tokyo, pronte a esibirsi in una passerella per gli shooting fotografici dei numerosi turisti e passanti. Spettacolo alquanto bizzarro, che attira una folla di curiosi e rappresenta un aspetto insolito e contrastante del Giappone contemporaneo, si svolge nei pressi del quartiere Shinjuku, a pochi passi da Meiji-Jingu, il santuario shintoista più noto della capitale.
Il complesso, racchiuso all’interno di un bel parco circondato dai principali uffici della city finanziaria nipponica, è meta di pellegrini; soprattutto durante la pausa pranzo, quando perfino gli austeri managers con la ventoquattrore sotto braccio si recano al tempio per le preghiere di rito quotidiano.
Nelle strade attigue si estende Kabukichō, il quartiere a luci rosse dove centri massaggi, locali di spogliarello, pink cabaret e peep show si alternano ai pachinko, locali simili a casinò, dove slot machine e giochi d’azzardo si contendono l’attenzione dei clienti tra uno sfavillio di neon stile Las Vegas. Poco più in là svettano maestose le torri Tokyo Metropolitan Government Offices, edificio di 48 piani costruito da Kenzō Tange e sede del Municipio. In alto, le “Tōkyō Tochō” (come le chiamano i locali) sono collegate da due ponti panoramici da cui si gode, soprattutto al tramonto, una delle viste più suggestive dell’immensa capitale nipponica.
Isole di verde nella metropoli caotica
Tokyo, situata nella regione del Kantō, con una popolazione urbana di circa 15 milioni è anche la più popolata area metropolitana del mondo: 35.676.000 abitanti. Un’esperienza da consigliare è la visita al Tsukiji Fish Market per l’interessante asta del tonno; i migliori esemplari congelati, destinati agli ottimi piatti di maguro rosso, vengono battuti ogni mattina prima delle 7 con ermetiche segnalazioni delle dita della mani, interpretate da occhi esperti, davanti ai più importanti acquirenti e rappresentanti di prestigiosi ristoratori e grossisti di pesce.
Visitando l’attiguo mercato coperto, si rimane strabiliati dal grande assortimento di pescato che viene esposto sia fresco, sia pronto da mangiare nelle colorite bancarelle gastronomiche, prima di raggiungere il bellissimo Hamarikyu Garden, polmone verde con laghetti e case del tè immerso in una selva di grattacieli.
Dal molo adiacente ci si imbarca per una rilassante crociera sul battello che, risalendo il fiume Sumida sotto numerosi ponti, consente di osservare comodamente la parte moderna di Tokyo fino a raggiungere Asakusa. Qui – attraversata la porta del tuono Kaminari-mon e il viale costeggiato da bancarelle stracolme di artigianato in stile Edo e svariata mercanzia, tra cui i tipici sembei (cracker di farina di riso) – si visita il tempio Senso-ji, dove tra lanterne di carta rossa e fumo d’incenso frotte di pellegrini fanno le abluzioni di rito e pregano Kannon, la dea buddista della misericordia, rappresentata da un’effigie dorata.
Il Paese dove l’utente è sacro
Prendere un mezzo pubblico in Giappone può sembrare complicato a causa di ideogrammi e cartelli con le destinazioni in caratteri giapponese. Tuttavia, ogni ferrovia o metropolitana dispone di mappe con i nomi delle località principali traslitterati in caratteri latini e in inglese, oltre a colorazioni distinte per ogni linea, tali da consentire al turista di orientarsi con facilità. All’interno degli scompartimenti, led e annunci bilingui precedono l’arrivo a ogni fermata. Tutto è organizzato per facilitare il fruitore dei servizi pubblici; e la fermata a ogni banchina viene segnalata con tale rigorosa attenzione che persino un non vedente è in grado di accedere facilmente alle porte di ingresso alla vettura, evidenziate da percorsi tattili con rilievi ceramici. Ovviamente, i convogli si fermano sempre con precisione in corrispondenza dei varchi d’accesso, dove attendono file ordinatissime di viaggiatori. La puntualità di arrivi e partenze è tale da mettere in ombra quella, più nota, degli svizzeri.
In contemplazione, tra aceri e grattacieli
Non c’è tour che si concluda senza aver visitato Odaiba, grande isola artificiale situata nella Baia di Tokyo, raggiungibile con la tipica monorotaia panoramica Yurikamone attraverso il famoso Rainbow Bridge, ispirato al ponte di Brooklyn. Si tratta di una zona turistica fitta di centri commerciali, dove si possono visitare anche gli edifici della Fuji TV e della Telecom Center Tower, dalla cui cima si apprezzano la copia in miniatura della Statua della Libertà e un bel panorama di Tokyo visto dal mare.
Addentrarsi nel parco Ueno o all’interno dell’Imperial Palace Garden, fino al ponte Niju-bashi in vista sul Palazzo Imperiale, è un’occasione per passeggiare attraverso giardini ricchi di specialità botaniche, praticando l’Hanami, la tradizionale usanza giapponese di godere della bellezza della natura e della fioritura primaverile degli alberi, in particolare dei ciliegi da fiore giapponesi, i sakura.
Anche l’autunno è una stagione suggestiva per godere della natura locale. Proprio in questo periodo dell’anno le foglie dell’acero giapponese momiji raggiungono l’apice della loro bellezza, con una varietà di colori e sfumature che vanno dal verde al giallo, dall’arancio fino al rosso intenso. È un’usanza risalente al periodo Heian (794-1185), quando in autunno i membri dell’aristocrazia solevano dedicarsi alla contemplazione delle foglie degli aceri, uso che si è poi esteso anche al resto della popolazione durante il periodo Edo.
Ginza è uno dei quartieri più noti di Tokyo per l’atmosfera sofisticata e snob, ricco di edifici tecnologicamente avanzati come il Sony Building e il Tokyo International Forum, straordinario centro convegni il cui soffitto interno somiglia a una nave di vetro rovesciata. Non meno rinomato è il quartiere di Rappongi, meta di shopping e ricco di esclusiva vita notturna. Sull’omonima collina, la Mori Tower ospita un museo con innovative mostre multimediali, mentre dall’ultimo piano panoramico del suo grattacielo (alto 238 metri, 54 piani raggiungibili con il velocissimo capsule lift) si gode uno spettacolo irripetibile della città e dell’antistante Tokyo Tower, la versione nipponica della Torre Eiffel.
Gastronomia come arte
La gastronomia giapponese è una gradevole sorpresa; qualunque sia la tipologia del menù, è abbastanza facile lasciarsi conquistare da piatti alternativi ai soliti sushi e sashimi, presenti nei diffusissimi sushi-bar all’occidentale. Anche senza spendere cifre da capogiro, si possono provare pietanze di ogni tipo sia nei fast food di cui sono pieni i centri commerciali e i principali hub all’incrocio di metropolitane e stazioni ferroviarie, sia nei ristoranti, grazie alle illustrazioni dei menù o alle riproduzioni in plastica delle pietanze poste in vetrina. Sia che ci si trovi in un ristorante shokudo, in un pub izakaya, in un okonomiyaki specializzato nella cucina alla piastra, oppure davanti a una bancarella, è sempre possibile l’alternativa al pesce crudo. Naturalmente, aiutandosi con gli immancabili hashi, i bastoncini.
Sono comunque gradevoli da visitare le catene di sushi-bar, sui cui banconi ovali scorrono su nastro decine di piattini con assaggi di pesce crudo e altre specialità. Oltre il banco, i cuochi riforniscono il nastro senza sosta. Il cliente sceglie e alla fine paga il numero di piatti consumati, escluso il tè verde che è ovunque gratuito.
Diffusa nelle stazioni, ma anche a bordo dei treni, la bento-box è una scatola contenente un pasto completo in cui il cibo viene disposto in modo a dir poco artistico.
Rappresentazioni di massa al semaforo
Shibuya è un quartiere noto per il Shibuya Crossing nei pressi dell’omonimo metrò: allo scattare del verde si scatena una migrazione di massa in tutte le direzioni dell’incrocio, diagonali comprese. Il… divertimento consiste nel guardare dall’alto l’evento, che si ripete ogni 2 minuti, oppure lanciarsi di persona nell’attraversamento facendo lo slalom tra chi viene in senso opposto.
Immergersi nel passato
Nei dintorni di Tokyo, Kawaguchi-ko si raggiunge facilmente con i mezzi pubblici. È il punto di accesso per la vista al Monte Fuji, il cui cono vulcanico perfettamente simmetrico costituisce un simbolo nazionale (sebbene non sempre il cappello di nuvole che lo ricopre ne permetta la visione completa). Qui può capitare, specie in primavera, di assistere a un matsuri, una festa tradizionale. Il concetto di festa deriva dal legame profondo dei giapponesi con la natura ed è collegato alla religione tradizionale del Paese, lo shintoismo. Ogni santuario celebra il proprio matsuri, rendendo omaggio ai kami (spiriti) protettori, o festeggiando un particolare evento stagionale o storico.
Il Fuji Omuro Matsuri, nei pressi del tempietto Fuji Omuro Sengen Strine, offre la parata in costume medievale che precede le gare di destrezza da parte di arcieri a cavallo, che devono centrare il bersaglio in corsa.
Tra le escursioni nella regione Kantō, Kamakura permette di visitare facilmente i numerosi templi buddisti disseminati nella campagna; il tempio rinzai-zen di Engaku-ji e il complesso del Grande Buddha Daibutsu alto 11,4 metri. Merita una visita in giornata anche il complesso templare di Nikko, nella cornice di un paesaggio boschivo collinare. Da qui un comodo sentiero conduce al tempio Rinno-ji, con la sala del tesoro Homotsu-den, e quindi al Tosho-gu, grande santuario che racchiude la Sacra Stalla Shinkyusha, con i famosi intagli raffiguranti il ciclo della vita della scimmia nel trittico “Non sento, non vedo, non parlo”.
Giuseppe Russo è un viaggiatore, fotografo, blogger e reporter con oltre 20 anni di esperienze e collaborazioni di viaggio per il mondo come tour leader. I suoi reportage sono pubblicati, oltre che su “Etnie”, anche sul suo blog Zoom, Andata & Ritorno.