Avevamo accolto con sconcerto e irritazione la “rinascita” del fuoristrada per eccellenza, il Defender, da parte della Land Rover, non soltanto per motivi automobilistici – non starebbe a noi occuparcene – ma soprattutto per la definitiva scomparsa di un mezzo di lavoro e di esplorazione legato a un certo modo di intendere il rapporto con la natura. I mesi successivi al nostro articolo non hanno fatto che confermare l’impressione disastrosa che a noi, come d’altronde a qualsiasi cultore professionale o amatoriale del fuoristrada, ha fatto questo presunto discendente del Defender, un veicolo che in varie forme ed espressioni si era dimostrato indispensabile dal 1948 al 2016: tutti i filmati sulla versione 2020, dalle buffe prove di “Quattroruote” alle marchette su Youtube, non hanno fatto che mostrare una macchina che corre felice su ampi e comodi sterrati, una grossa Panda da centomila euro. Noi continuiamo a pensare che la Land Rover si sia tirata una biellata nei denti creando l’ennesimo suv da arricchiti, che nessun agricoltore, forestale, operatore di ONG, safarista, per non parlare di eserciti, vigili del fuoco, polizie, eccetera, acquisterà mai per il suo lavoro.
Al suo posto, con un misto di intuizione e passione, il magnate inglese sir Jim Ratcliffe, capo della Ineos, sta completando la progettazione del Grenadier: ovvero ciò che avrebbe dovuto essere un nuovo Defender: un fuoristrada durissimo e purissimo, ma con le opportunità che offre la tecnica del terzo millennio. Dopo averci centellinato per un paio d’anni l’evoluzione progettuale e tecnica con filmati periodici, oggi la Ineos ha finalmente mostrato l’aspetto estetico della sua creazione: ovvero un… Defender a tutti gli effetti.
Il Grenadier, che verrà prodotto nel Galles (gradevole notazione celtica), è frutto di una collaborazione tecnica con l’apporto della BMW per i motori (3000 cc diesel e benzina), la Magna Steyr austriaca per vari aspetti costruttivi, la veneta Carraro per i telai, eccetera. Un aspetto interessante è che quanti oggi si occupano di modificare assetti e prestazioni delle vecchie Land Rover, o di costruirne componenti alternativi, avrnno la possibilità proseguire l’attività con il Grenadier, incoraggiato dalla Ineos.