La seconda serata della Heiva vede andare in scena il gruppo di ‘ori Tahiti Feti’a ‘Ori Hei, in categoria Hura Ava Tau, amatori; il gruppo di canto Reo Papara, in Tārava Tahiti, che ha come autore, compositore e capogruppo il giovane Mike Tessier, supporto dell’incredibile Mama Iopa al Te Fare Upa Rau, il Conservatorio di Tahiti; e, dulcis in fundo, il leggendario gruppo Te Maeva, che sto seguendo da un paio d’anni.
Tahiti Feti’a ‘Ori Hei è stato creato nel 2011 per partecipare alla Hura Tapairu, poi è rimasto fermo per 10 anni, fino a partecipare alla Heiva I Tahiti di quest’anno. Il loro ra’atira, il capogruppo, è Hiro, che aveva portato alla vittoria il gruppo Nuna’a e Hau di Faa’a nel 2018.
Il loro tema è Honu ‘Ura, la Tartaruga Sacra, anche se in realtà danzano la storia di Puna, un guerriero che dà il nome al comune di Puna’auia.
I Manotahi, alleati dei Teva, vivono tranquilli nel loro territorio, che corrisponde all’attuale Paea. L’arrivo dei guerrieri Honu turba la pace, i Teva vengono allertati… ecco che qualcuno ha ucciso un guerriero Honu, trovato morto sulla spiaggia di sabbia nera di Teonuri. Chi ha commesso l’assassinio? È stato Puna, che viene perseguitato malgrado cerchi di nascondersi: gli vengono strappati gli occhi, lanciati con l’arco nella valle di Matate’a, le sue due mascelle gettate nel canale di Ta’apuna. Sarà poi bruciato vivo, i resti del suo corpo tagliati in dodici pezzi e sparsi per i quattro angoli del mondo.
Dopo questa punizione esemplare il cielo torna a schiarirsi, il popolo ritrova la serenità che festeggia allegramente.
Questo gruppo, che aveva una bella energia durante il passaggio davanti alla giuria, ha calato di tono nella sua prestazione. Bello il copricapo del gran costume ma, ahimè, troppo grande e mal calibrato: ne sono caduti parecchi durante la danza…
Il gruppo di canto Reo Papara non ha solo Mike Tessier come direttore, ma anche membri illustri al suo interno, come Steeve Reea, della Tahiti Choir School, Bruno, insegnante di canto al Te Fare Upa Rau, Toanui, insegnante di danza sempre al Te Fare Upa Rau e altri.
Il loro tema è la tapa, il tessuto vegetale che si ottiene battendo la scorza di quattro tipi di albero, con il quale, anticamente, si vestivano i polinesiani. Oggi questo tessuto, largamente diffuso in altri stati del Pacifico – come Tonga, Samoa e Wallis e Futuna – in Polinesia francese viene realizzato esclusivamente nella remota Fatu Hiva, nell’arcipelago delle isole Marchesi, per realizzare i costumi dei festival.
Il gruppo è stato duramente criticato da John Mairai nel suo Focus sulla Heiva I Tahiti per aver smarrito le sonorità tipiche del hīmene tārava, il canto allungato.
Fino agli anni ‘80 un fremito percorreva gli spettatori quando le voci ha’u, i bassi, rispondevano ai marutamau, le voci che cantano l’intera melodia senza fermarsi, e alle vahine parauparau, le voci femminili, dopo le prime note lanciate dai fa’aaraara, coloro che iniziano la melodia. Come partiva la polifonia, la voce dei mauteitei – l’equivalente dei nostri tenori – si estendeva sopra il canto principale, tra gli arabeschi dei perepere, le voci acute, quasi metalliche. Mauteitei e perepere sono i solisti del tārava, ne arricchiscono il canto ritmicamente, melodicamente e armoniosamente, aumentandone la scala sonora, estendono con i suoni acuti la polifonia; introducono un elemento fondamentale: l’improvvisazione.
La bellezza del tārava dipende dall’armonizzazione delle sue nove voci.
La critica di John si spinge fino a paragonare alle urla del maiale sgozzato le voci dominanti, tacciando di essere fin troppo alti i toni dei perepere, che sovrastano i timidi arabeschi vocali di Mike, il capogruppo.
La sonorizzazione non ha certo aiutato questo gruppo, le voci soliste dei mauteitei e perepere ci sono arrivate saturate. Pare che la cultura, oltre alla sonorità, stia perdendo colpi.
Questi cori polifonici a 9 voci di solito sono impressionanti, soprattutto se si considera che pochi dei partecipanti, spesso nemmeno il direttore, conoscono il pentagramma.
Il gruppo Te Maeva quest’anno festeggia i 60 anni dalla fondazione, opera del compianto Coco Hotahota, che pare continui a dirigerlo dall’aldilà. Vero è che numerosi esponenti della cultura polinesiana – come Fabien Dinard, direttore del Te Fare Upa Rau, che è stato per 40 anni primo ballerino di questo gruppo, Veheana Lebihan, che insegna danza nella sua scuola e al Conservatorio, i due ra’atira, conduttori ufficiali del gruppo, coadiuvati da Viri, direttore del Centro di Mestieri e Arte, autore di testi e canti nonché ‘ōrero, narratore, l’eclettica Moon, sempre del Conservatorio, e Terau, fondatore del gruppo ‘Ori I Tahiti – si sono uniti e insieme hanno contribuito alla riuscita dello spettacolo.
Dedicherò a questo gruppo mitico, che ho l’onore di seguire, un articolo speciale, corredato da interviste. Al momento lascio un assaggio del loro passaggio in scena, l’ingresso trionfale e un accenno ai due primi ballerini, Ben, nel gruppo da almeno 40 anni e l’infaticabile Manulove.