Ilya Ponomarev è un ex parlamentare della Duma, dove è stato l’unico a votare contro l’annessione della Crimea e contro la legge che impedisce la “propaganda gay” in Russia. Nel 2015 viene accusato di appropriazione indebita (per ragioni politiche, sostiene) e nel 2022 dopo l’invasione fugge in Ucraina, dove ottiene la cittadinanza. Si definisce portavoce del gruppo di insorti contro Putin.
Leader dei paramilitari russi di cui tanto si sta parlando in questi giorni, Ponomarev ha dichiarato a Radio 24 che le unità che stanno combattendo nella regione russa di Belgorod non dipendono da Kiev. “Fanno parte dell’esercito ucraino”, ha ammesso a proposito della Legione per la Libertà della Russia, che lui rappresenta, e dei Corpi Combattenti Russi, l’altra formazione che ha condotto il raid. “Ma sono autonome, hanno il loro comando separato, prendono le loro decisioni, svolgono le loro operazioni che sono pianificate e condotte da loro in autonomia. Non un singolo soldato ucraino sta partecipando a questa operazione.
I nostri ragazzi sono ancora lì, in territorio russo. Stanno costruendo trincee, si stanno muovendo, stanno liberando altre porzioni di territorio. Fino alla notte scorsa eravamo in controllo di una striscia larga circa 40 chilometri di territorio russo, che comprende circa 10 villaggi e altri piccoli insediamenti.
Penso che queste incursioni avverranno sempre più spesso. In molte parti della Russia nascono diversi movimenti di opposizione che potremmo chiamare partigiani e che conducono attività partigiane. Prima di questa operazione si sono svolti diversi raid in territorio russo, come quello nella regione di Bryansk, condotto dai Corpi Volontari Russi. Crescerà, ovviamente, e non ci fermeremo finché non arriveremo a Mosca”.
Benché abbia posizioni di sinistra, Ilya Ponomarev è molto pragmatico sulle alleanze: dei Corpi Combattenti Russi, l’altra organizzazione paramilitare che due giorni fa ha sferrato un raid nella regione di Belgorod, dice che si tratta di elementi di estrema destra, ma la collaborazione è irrinunciabile per rovesciare Putin. “Ci ispiriamo all’esempio di Winston Churchill durante la Seconda Guerra Mondiale, che si alleò con Stalin pur di sconfiggere Hitler. Ritengo che in quel momento fosse la cosa giusta da fare e penso che sia adatta a questo momento: stiamo combattendo insieme, siamo commilitoni, sconfiggeremo questo regime e poi lasceremo al popolo russo la facoltà di decidere da chi vuole essere governato. Io sono assolutamente certo che nessuno dei movimenti di estrema destra, così come dei movimenti di estrema sinistra, giocherà un ruolo significativo nella futura Russia democratica. Ma in questo momento dobbiamo smantellare questo regime e ci siamo alleati su questo obiettivo”.
Sempre nell’intervista rilasciata a Radio 24, Ponomarev smentisce la narrazione di un popolo entusiasticamente schierato con il suo presidente: “L’intera società russa è completamente impotente nel resistere a Putin e ai suoi alleati. Nel compiere queste azioni, nel dimostrare la nostra forza, vogliamo convincere sempre più persone a credere in sé stesse e a unirsi alla Legione, o ai Corpi Volontari Russi o agli altri movimenti partigiani. Una rapida caduta del regime di Putin potrebbe ridurre il numero di vittime al fronte, sia dalla parte russa sia dalla parte ucraina. In definitiva questo regime sta uccidendo più cittadini russi che ucraini: è una terribile tragedia e deve finire”.