Dalla Savoia francesizzata arriva una forte denuncia contro la colonizzazione selvaggia delle Alpi, dove la popolazione locale non è più proprietaria della propria terra. Il grido di dolore dei savoiardi si leva dal prezioso saggio Savoie des questions qui dérangent, domande scomode sulla Savoia, edito dall’amico e patriota bretone Yoran Embanner il quale da tempo è all’avanguardia nella pubblicazione di testi sui “piccoli popoli”, gli indipendentismi e le identità etniche di tutta Europa. 1)
L’autore delle scomode domande sul destino della Savoia è il professor Laurent Blondaz di Chamonix, che alla competenza di studioso del territorio unisce un’attiva militanza tra i pionieri autonomisti del Mouvement Région Savoie, d’ispirazione autenticamente federalista.
La situazione attuale d’una Regione montana neanche più unita amministrativamente è davvero drammatica, poiché gli equilibri sociali, economici e antropologici sono stati sconvolti con la disintegrazione dell’identità paesaggistica, la distruzione degli antichi villaggi montani schiacciati da un’urbanizzazione piegata a un turismo irrispettoso, e un inquinamento derivato dall’imposizione di grandi opere spsso inutili, pericolose e dannose (come la TAV e la centrale nucleare di Bugey).
Il professor Blondaz non manca di denunciare il triste destino della lingua franco-provenzale regionale (che il compianto amico Federico Krutwig battezzava “harpitana”) sempre più marginalizzata ed emarginata, pur essendo tuttora l’elemento distintivo di una vera e propria “nation européenne historique” vissuta alla luce del sole per secoli nello Stato intermontano con Piemont e Nizzardo.
Un’identità che – non ce ne voglia Blondaz (pag. 47) – ha avuto ben poca dipendenza dalla “renaissance italienne”, ma si è caratterizzata come una civiltà con caratteristiche proprie, diverse sia da quelle della Grande France, sia da quelle della Padania lombarda; per non dire di quelle, lontane anni luce, del Mezzogiorno napoletano. Certamente lo Stato francese perseguitò per qualche tempo la lingua italiana, ma lo fece specularmente a quanto faceva oltralpe Benito Mussolini, il quale italianizzava i toponimi francofoni di val Susa e val d’Aosta.
I regimi centralisti sono di frequente simili nella loro ottusa azione di livellamento culturale e di falsa “uguaglianza” tra cittadini omologati e conformisti.
Chi legge il libro di Laurent Blondaz non può non convincersi che per salvare davvero la vita delle comunità alpine è necessario imporre, contro Parigi e contro Roma, la nascita di un governo federale e democratico, creando nelle valli liberi cantoni autonomi e sovrani come quelli elvetici.
N O T E
1) Indirizzo: 71 hent Mespiolet, 29170 Fouesnant, Bretagne
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