Uno stralcio del bellissimo articolo “Negli Stati Uniti neo-marxisti il clima sociale è diventato irrespirabile”: Guido Mina di Sospiro (da Washington) svela il tema del suo prossimo libro, Terrorism & Rock’n’Roll.
(Leggi l’articolo intero sulla rivista “Pangea”.)
[…] Come veterano degli anni di piombo, e residente in America da decenni, ultimamente mi ritrovo spaesato. Il clima sociale è diventato irrespirabile. La political correcteness è sconfinata in censura da parte della “psicopolizia”, usando la parola coniata da Orwell per il suo romanzo 1984. Marcuse, finita la colossale ed epocale sbornia musicale della gioventù, e avendo la musica perso enormemente d’importanza, è tornato in auge, a oltre cinquant’anni dalla pubblicazione del suo saggio La tolleranza repressiva, nel quale predicava che, per arrivare a una società democratica, occorre adottare misure anti-democratiche. E così i neo-Marxisti americani non sono affatto disposti ad ascoltare l’opposizione. Chiunque abbia idee diverse dall’Unico Pensiero è tacciato di essere, a turno: razzista (l’insulto più frequente e più grave), fascista, islamofobo (l’11 settembre, evidentemente, non è mai successo), omofobo, sessista, e così via. Il 95% dei media non fa più reportage, cosa che tanto ammiravo una volta all’America, e cioè il tentativo addirittura eroico di oggettività dei giornalisti a dispetto dei limiti della natura umana. Oggi le principali televisioni e testate si dedicano non a relazionare, ma a commentare/giudicare. Ma “commentare/giudicare” è un eufemismo; in realtà, si tratta di un cronico J’Accuse…! contro l’attuale presidenza e tutto ciò che fa, o che non fa, o che magari non ha mai fatto ma viene comunque accusata di aver fatto o perlomeno intentato.
Viene promossa l’identità politica a tutti i costi, che sia dei neri, o degli ispanoamericani, o dei LGBT, cioè Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender. È una tipica strategia Marxista che tende a creare fazioni, e poi a contrapporle, ad esempio, nel Marxismo classico, il proletariato e (l’esecrabile) sottoproletariato, nonché altre classi sociali, tutte da eliminare. In altre parole, e in un altro contesto, si creano artatamente fazioni per contrapporle ad altre ed eliminare quest’utlime. L’effetto è di causare discordia a oltranza.
Aggiungo che è probabile che tali giornalisti/giudici neo-Marxisti non abbiano mai letto Marcuse. Ma nelle università che hanno frequentato, la grande maggioranza dei professori era/è apertamente di sinistra e non hanno mai avuto inibizioni nel diffondere l’Unico Pensiero. E tali professori sì che erano cresciuti a Coca-Cola e Marcuse. Il paradosso più emblematico si è raggiunto a Berkeley, università che più di tutte aveva, nel corso degli anni, lottato per la libertà d’espressione: ormai o vi si va a diffondere l’Unico Pensiero, o i “dissidenti” (cioè autori o giornalisti che la pensano diversamente) vengono cacciati via con la violenza, pur essendo stati previamente invitati a parlare da gruppi di studenti (ovviamente in minoranza).
È un clima che purtroppo riconosco, io che ho visto l’Italia andare di male in peggio dalla strage di Piazza Fontana fino a quella di Bologna. È un clima sociale che prelude alla guerra civile. Mi sembra impossibile che stia avvenendo in America, paese in cui la democrazia sembrava davvero funzionare, ma… E così l’ideologia di Marcuse e compagni, dopo aver causato tanto sangue in Europa occidentale negli anni settanta, ora rende la pacifica coesistenza impossibile negli Stati Uniti. Ma c’è una differenza sostanziale con l’Europa: in America ci sono trecento milioni di armi in mano a privati cittadini. Se — e Dio ce ne scampi e liberi — si verificasse effettivamente una guerra civile, è facile indovinare chi ne uscirebbe vincitore: coloro che hanno eletto l’attuale presidente, cioè, secondo i “benpensanti”, gli hicks (zoticoni), che vivono nella cosiddetta fly-over zone (la zona che si sorvola in aereo in cui i “benpensanti” non si sognano di vivere, cioè gli stati compresi fra la costa atlantica e quella pacifica). Perciò, la recrudescenza di Marxismo negli Stati Uniti è tanto folle quanto miope: dalla guerra che stanno più o meno consapevolmente scatenando, i “benpensanti” uscirebbero sconfitti. Non posso che auspicare, invece, che si ritorni al clima di civile pluralità che, fino a pochi anni fa, contraddistingueva questo grande Paese, il cui motto ancora è E pluribus unum, ma non più nella realtà dei fatti.
Guido Mina di Sospiro, “Pangea”.