Quando ero giovane non mi domandavo mai che cosa sarebbe accaduto l’indomani. Non l’ho fatto neppure nel tempo feroce del terrorismo scatenato dalle Brigate Rosse. Sapevo di essere un loro obiettivo, me lo avevano rivelato la polizia, i carabinieri e la cosiddetta intelligence governativa. Ma tutto questo affannarsi degli altri non mi spingeva a pormi la domanda fatale: domani sarò vivo o morto. Un giorno Walter Tobagi, un giornalista di rara bravura, in forza al Corriere della Sera, mi disse: “Interrogarsi su quello che accadrà, non serve a niente. Ci procura soltanto ansia e la trasmette alle nostre famiglie. Tanto vale andare avanti senza immaginare scenari cupi”. Adottammo entrambi questa linea, ma Walter venne ucciso nel 1980 da una banda di figli di papà che volevano arruolarsi nelle Brigate Rosse.
Da allora è trascorsa un’eternità. Non sono più un giovane giornalista, ma soltanto un giornalista senior, come avrebbe detto Sandro Viola, uno dei grandi inviati di faccende estere, che amava farsi passare per uno snob. Non essendo più uno junior di questo mestiere, bensì un senior dalla testa ai piedi, mi chiedo spesso che cosa accadrà domani. E mi rendo conto che non di rado le mie previsioni ci azzeccano. Questo non mi rende apprensivo, anzi. Mi conferma che la vecchiaia può regalarti un po’ di saggezza. E aprirti gli occhi per farti vedere quello che i più giovani non riescono o non vogliono scorgere.
Uno di questi casi riguarda i tantissimi migranti che sono arrivati dall’Africa in Italia e che presto riprenderanno a sbarcare, nonostante le decisioni coraggiose del ministro dell’Interno, Marco Minniti, uno dei pochi politici da elogiare. Purtroppo il 90% della Casta italica che soggiorna in Parlamento non ha mai voluto aprire gli occhi su quanto stava accadendo. Il primo ad averli tenuti chiusi è Matteo Renzi, un tempo presidente del Consiglio e oggi leader del Partito Democratico. Lui ha sempre finto di non vedere i tanti barconi carichi di disperati che iniziavano ad approdare sulle nostre coste. Per dirla alla buona, se ne è bellamente fregato. L’avrà fatto perché è un cattolico, così sento dire, e dunque vincolato al dovere di accogliere tutti, dal momento che tutti siamo figli di Dio?
Non lo so e non mi interessa saperlo. Oggi, alla fine di agosto del 2017, Renzi è ancora della stessa idea? Ritengo di sì. Ma se la mia ipotesi è giusta, la faccenda si complica molto. Dal momento che se un boss della Casta non si rende conto della realtà, è lecito pensare che tutta la compagnia non avverta quanto potrebbe succedere in Italia. Dunque proverò a spiegarglielo io, dal momento che il Bestiario è come uno stanzino dove hanno accesso tutte le opinioni, anche quelle che sembrano le più strambe.
Proviamo a ragionare. Oggi quanti sono i migranti sbarcati in Italia? Secondo un calcolo prudente, quasi 1 milione. Di questi 500.000 sono irregolari, dunque clandestini, fuori da ogni struttura. Mentre 410.000 possiedono un permesso di soggiorno che in teoria potrebbe essere revocato. Infine 174.000 vivono per ora all’interno di strutture dedicate a rendere possibile il loro soggiorno. Qualcuno dirà che 1 milione di stranieri arrivati in pochissimo tempo in un Paese che ha 60 milioni di abitanti non dovrebbe assolutamente rappresentare alcun problema, dal momento che non risulterebbe per nulla difficile l’assorbirli. Ma nessuno è mai riuscito a far cambiare opinione a un Paese come l’Italia, orgoglioso o distratto. Non ci è riuscito neppure un dittatore come Benito Mussolini.
La verità è che a noi italiani non piacciono i migranti, soprattutto quelli con la pelle nera. Soprattutto quando si comportano da padroni della carrozza: sono arroganti, non nascondono il fatto di non dover lavorare, spendono con disinvoltura il sussidio giornaliero che tutti noi gli paghiamo attraverso le tasse che versiamo al fisco dello Stato, in molti casi stazionano agli ingressi dei supermercati, sfoggiando cellulari costosi e dando fastidio alle donne. Se tutto questo è vero, è fatale che emerga e si allarghi un sentimento vecchio quanto il mondo: l’insofferenza per lo straniero. Basta sfogliare un po’ di giornali per rendersi conto del dilagare di un rifiuto che diventa sempre più evidente. E si traduce in mille fatti che le cronache raccontano poco o male, ma che tuttavia si registrano un po’ dappertutto. Un punto di svolta lo si è visto giovedì nella battaglia di piazza Indipendenza a Roma. Conoscevo bene quel grande palazzo poiché la redazione di Repubblica, il mio luogo di lavoro per molti anni, stava sull’altro lato del piazzale.
Non sapevo che fosse diventato il rifugio abusivo per un migliaio di migranti, in gran parte eritrei. Ma non mi sono stupito della battaglia esplosa tra quei rifugiati e la polizia. Soltanto un dettaglio mi ha lasciato sorpreso: ed è che nello scontro con le forze dell’ordine non siano comparse delle armi. Rivoltelle e fucili usati dai migranti per respingere l’assalto dei poliziotti. Qualche lettore del Bestiario mi domanderà: perché sorpreso? La mia risposta sembrerà rozza e persino brutale: il motivo è che sono convinto che, prima o poi, da quel milione di migranti nascerà un movimento ribelle che si opporrà alla ragion di Stato e alle leggi del nostro Paese.
Quale è la ricetta per dar vita a un’opposizione armata disposta a combattere contro le forze dell’ordine? Prima di tutto occorre un leader che verrà di sicuro trovato. Poi il capo dovrà circondarsi di un gruppo dirigente ristretto e super fedele. Quindi ci vorranno dei soldi, molti soldi, ma questi non sarà difficile trovarli mettendo a segno una serie di assalti alle banche. Con il denaro è un gioco da ragazzi procurarsi delle armi leggere ed efficaci, di ultima generazione.
A quel punto il movimento ribelle si metterà al lavoro con uno scopo preciso: migliorare le condizioni di vita dei migranti, obbligando i proprietari di case a cedere gratis una parte delle loro abitazioni. E costringendo una classe politica debole a varare una serie di leggi che prevedano sussidi per i clandestini arrivati in Italia con i barconi. E naturalmente a mettere in atto il magico ius soli che farà di tutti i figli dei migranti cittadini italiani a pieno titolo.
Ho dimenticato l’arma decisiva di questo movimento ribelle: gli alleati. Non sarà difficile scovarli, perché sono già tutti lì pronti a entrare in azione. A cominciare da papa Bergoglio e da un numero possente di cardinali, di vescovi e di parroci. Poi i tanti centri sociali e i movimenti per la casa. Infine i reduci di una sinistra che si è disfatta, ma non del tutto. Per non parlare delle cellule del Califfato nero che vorranno sfruttare sino in fondo questa ennesima occasione per colpire a morte quanto resta della civiltà occidentale. Un residuato storico che sta già tirando le cuoia. E aspetta soltanto che qualcuno gli dia il colpo di grazia.
Giampaolo Pansa, “La Verità”.