Tra le conseguenze immediate delle proteste e degli scontri che hanno attraversato l’arcipelago della Nuova Caledonia per oltre un mese (grosso modo da metà maggio a metà giugno, quasi un preludio di guerra civile) almeno un migliaio di arresti: due terzi per danneggiamenti e furti, i rimanenti per atti violenti nei confronti delle forze dell’ordine. Oltre una settantina le carcerazioni effettive. In particolare nei confronti di esponenti di ccat, la “cellula di coordinamento dell’azione sul campo” fondata nel novembre 2023 in netta opposizione alla riforma elettorale.
Tra gli arresti più significativi, quelli del 19 giugno a Nouméa che avevano portato in carcere ufficialmente otto persone (in realtà poi risultavano molte di più). Tra di loro anche l’indipendentista Christian Tein, leader del ccat, tutti accusati di associazione a delinquere in quanto le indagini avrebbero individuato elementi relativi alla criminalità organizzata (secondo il procuratore della repubblica).
Contemporaneamente venivano perquisiti i locali dell’Unione Caledoniana che ospita anche gli uffici del ccat.
Nel frattempo proseguono le indagini – analizzando video, foto, testimonianze – su diversi altri episodi come incendi, furti, saccheggi, e violenze sulle persone, che in futuro potrebbero portare ad altri arresti. In particolare si indaga sui furti di denaro nei dab, i distributori automatici di biglietti, scassinati in gran quantità nei giorni della rivolta.
Un ruolo alla cultura
Tuttavia sarebbe riduttivo pensare che le aspirazioni indipendentiste del popolo kanak si riducano a proteste, barricate, violenza…
Per esempio un ruolo non secondario nella lotta per l’autodeterminazione è rappresentato dalla musica tradizionale, come ben si evince dalle strofe (risalenti al 1985) di Gilbert KKaloonbat Tein, il cantante del gruppo indigeno Bwanjep (membri della tribù di Bas-Coulna, originaria di Hienghène nel nord-est del Paese):
Kanaky mon pays
ton peuple souverain est fier
sur tes terres sacrées liées aux ancêtres de toujours
pour proclamer face au monde, face à l’histoire, ta souveraine liberté.
O anche, dall’albo Percussion del 1992:
Ô mon grand-père, … raconte tous tes souvenirs
donne-moi les secrets du temps.
Testimonianza vitale delle rivendicazioni identitarie di un popolo oppresso e colonizzato, ma non ancora – non del tutto almeno – addomesticato.