Tumu Ao è il titolo dello spettacolo che vede uniti in scena ballerini di pole dance e ’ori Tahiti, fondendo con grazia tradizione e modernità.
Pole dance, tessuto aereo, contorsionismo e danza polinesiana si compenetrano sulle note di musiche moderne arrangiate con strumenti e tonalità tradizionali; un’orchestra classica e una tradizionale accompagnano lo spettacolo dal vivo.
Il filo conduttore di questo insolito spettacolo è la storia narrata dalla soave voce di Manouche Lehartel. La bella Apetahi (la tiare Apetahi è il fiore che cresce unicamente sulla montagna dell’isola sacra, Ra’iātea, oggi minacciato dall’estinzione) del clan dei Pounini, (pou, pilastri; nini, che girano) incontra il popolo Nai (i danzatori). Le donne del suo clan, teneri fiori di Venere, rappresentano l’aria, la voluttà, mentre il popolo dei veementi ballerini, arieti di Marte, costituisce la concretezza della terra. I due popoli coesistono, ma non si conoscono per scelta delle dee Fetia (stella) e Tetumu (la radice, l’origine).
Nonostante la protezione delle dee, avviene l’incontro tra Avane, del clan dei Nai, e Apetahi, dei Pounini. I due si guardano curiosi e stupiti… L’amore s’insinua immediatamente tra di loro, mentre i capi dei due gruppi lottano per impedire agli amanti di rivedersi e risvegliare gli spiriti che governano il loro universo. Ma, come sempre, l’amore trionfa.
Allo spettacolo partecipano artisti di alto livello, come Vaiana, la fondatrice della scuola Pol Art a Tahiti, attenta all’aspetto artistico di questa disciplina; il simpatico Tuarii con le sue rasta; il giovane insegnante di danza Toanui, che coreografa le danze maschili dello spettacolo; Moana, a capo dell’orchestra tradizionale, che riesce come sempre a stupire per la quantità di strumenti in grado di suonare, anche contemporaneamente, producendo ritmi incredibili; la giovanissima Waimea di appena 18 anni, che unisce alla danza la sua specialità, la ginnastica artistica.
Una rappresentazione assai particolare che ci fa capire come, alle porte dell’Heiva I Tahiti, la ’ori si sviluppi sperimentando nuovi percorsi, pur restando saldamente ancorata alle radici della tradizione.