Notoriamente con il termine generico di adivasi ci si riferisce collettivamente alle popolazioni aborigene, autoctone del subcontinente indiano. Abitanti per lo più in aree forestali, tali consistentti “minoranze” (o meglio: popoli minorizzati) costituiscono l’8,6% della popolazione indiana (dati ufficiali risalenti al 2018, presumibilmente in difetto) e sono presenti soprattutto in Bihar,Tripura, Jharkhand, Chhattisgarh, Assam, Nagaland, Arunachal Pradesh, Orissa, Mizoran.
Sono ufficialmente riconosciuti dalla costituzione come Scheduled Tribes (tribù elencate, schedate… un’eredità del colonialismo), talora ulteriormente raggruppate come Scheduled Castes ossia con i dalit, gli “intoccabili”, usufruendo in qualche modo della cosiddetta “discriminazione positiva”.
Fondamentale, sia nella costruzione di una loro identità, sia sul piano della mera sopravvivenza, la rivendicazione dei territori dove vivono. Divenuta però talvolta problematica – e fonte di contenziosi anche sanguinosi – a causa dei numerosi movimenti migratori e dei processi di assimilazione. Un esempio di tali contraddizoni si va manifestando in questi giorni nello Stato del Jharkhand. Nato nel 2000 in seguito alla separazione dal Bihar, si caratterizza per una composizione alquento complessa, eterogenea, composta sia da consistenti gruppi tribali sia da altre collettività.
Qui (come nel Maharashtra) si stanno svolgendo le elezioni locali, in due turni: 13 e 20 novembre. Complessivamente verranno eletti all’assemblea legislativa 81 rappresentanti.
Tra i principali partiti in lizza, il Jharkhand Mukti Morcha (jmm, rappresentante dell’Indian National Developmental Inclusive Alliance – india) e la National Democratic Alliance (nda, diretta dal Bharatiya Janata Party, i nazionalisti indù dell’attuale primo ministro Narendra Modi)
Nel 2019 al jmm erano andati 30 seggi, consentendo la formazione di un governo sostenuto dall’Indian Congress e dal Rashtriya Janata Dal. Quanto al bjp aveva conquisto 25 seggi.
Nei differenti programi elettorali, si privilegia da parte della nda la “cacciata degli infiltrati” (in particolare gli immigrati provenienti dal Bangladesh) e la realizzazione del codice civile uniforme (ucc). Promettendo nel contempo (una contraddizione ?) di voler “salvaguardare i diritti dei tribali”).
Un passo indietro. Aveva suscitato non poche perplessità e preoccupazioni (soprattutto negli Stati del Nord-Est a forte presenza tribale, con interventi particolarmente polemici di esponenti del National People’s Party e del National Democratic Progress Party) la dichiarata intenzione di Narendra Modi, leader del bjp, di introdurre il codice civile uniforme (ucc) nell’intero Paese. Stabilendo quindi “leggi universali” applicabili a tutti i cittadini indiani indipendentemente da religione, genere o altro. In aperto contrasto con quanto avviene ora, laddove ognuno sostanzialmente risponde alle norme della propria comunità religiosa (hinduismo, islam, cristianesimo, buddhismo, animismo, jainismo, sikhismo…).
Tra le immediate conseguenze, una serie di risoluzioni (già votate per esempio sia nel Mizoram che nel Sikkim) per bloccare sul nascere l’eventuale introduzione dell’ucc (definita “devastante per le diverse culture, tradizioni e pratiche religiose”). Obiezioni anche da parte dei sikh (soprattutto in materia di matrimoni e divisione delle proprietà) così come dai musulmani, in quanto l’ucc abolirebbe la poligamia e porterebbe a drastiche revisioni delle leggi su divorzio ed eredità.
Ma i problemi maggiori potrebbero venire dai tribali. Infatti, se da parte del bjp tali modifiche legislative vengono presentate come necessarie per “un quadro giuridico coeso che promuova l’uguaglianza fra i cittadini”, da parte dei tribali si intravede, oltre alla perdita di autonomia, l’avvio di un inesorabile processo di omogeneizzazione e assimilazione culturale.
Per restare nel Jharkhand, è evidente che l’espressa intenzione del nda di voler adottare l’ucc appare in aperta contraddizione con l’altrettanta dichiararata volontà di salvaguardare i tribali, le loro tradizioni e identità.
Quanto al jmm, ha proposto di riservare il 33% dei posti governativi alle donne. Mentre l’Indian Congress (al governo con il jmm e il Rashtriya Janata Dal) ha promesso l’elettricità gratutita e il censimento delle caste.