Risale al 3 settembre l’arresto del militante repubblicano Gavin McKenna: opera della polizia nordirlandese (RUC/PSNI) e definito “brutale”, è avvenuto mentre l’esponente di Sinn Féin Poblachtach si recava al lavoro. Sarebbe stata alquanto “brutale” – stando alle dichiarazioni di testimoni – anche la perquisizione nell’abitazione di McKenna, accusato di aver progettato un lancio di bottiglie molotov contro la polizia.
Ricordo che il Sinn Féin Poblachtach non è altro che il Republican Sinn Fein fondato da Ruari O’Bradaigh nel 1986 quando il Sinn Fein di Gerry Adams e Mc Guinness rinunciò all’astensionismo elettorale. È opinione diffusa che la Continuity Irish Republican Army (CIRA), contraria agli accordi di pace, abbia rappresentato l’ala militare del Republican Sinn Fein.
Dopo che gli era stata negata la liberazione sotto cauzione, l’arrestato – insieme ad altri tre presunti complici – veniva condotto nel carcere di Maghaberry dove è rimasto in isolamento per due settimane.
Al momento di trasferirlo le autorità carcerarie hanno deciso di inviarlo, non nell’ala di Roe assegnata ai prigionieri repubblicani, ma a Bann House dove sono rinchiusi detenuti lealisti (miliziani della comunità protestante, filoinglesi) e comuni. Qui, nel corso della perquisizione, sarebbe stato aggredito dalle guardie carcerarie.
Finora gli è stato consentito di comunicare con l’esterno soltanto con un paio di brevi telefonate.
Gavin McKenna, sofferente di una seria forma di ulcera allo stomaco, ha chiesto di essere visitato da un medico e di potersi curare con le sue medicine. Ma finora non gli è stato concesso nonostante gravi attacchi di vomito quotidiani.