René de Ceccatty ha tradotto Dante e Pasolini: “Il politicamente corretto fa impazzire le persone”. Timothée de Fombelle ha scritto sulla schiavitù. Ma è bianco e quindi non è pubblicabile.
Lo scrittore ed editore René de Ceccatty reagisce al caso della traduttrice olandese di Amanda Gorman, che ha dovuto rinunciare al lavoro perché, da bianca, è stata giudicata indegna di tradurre un’autrice di colore. Traduttore in francese di molti nostri scrittori, da Dante a Pasolini, De Ceccatty al settimanale francese Le Point ora spiega: “L’idea che devi essere nero per tradurre un nero è terrificante.
Il politicamente corretto che pervade tutti gli ambiti della cultura fa perdere la testa alle persone! Né l’orientamento sessuale della persona, né l’origine della persona, né il colore della pelle, né il sesso conferiscono un’abilità o un’incompetenza, questo è totalmente assurdo”.
Assurdo, ma accade. Allo scrittore francese Timothée de Fombelle accade di peggio. E’ l’autore di “Alma”, un romanzo uscito in Francia per Gallimard. Centinaia di migliaia di bambini in tutto il mondo hanno letto i suoi libri. De Fombelle ha scritto alcune delle opere più belle della letteratura francese per l’infanzia. Primo volume di una saga in tre volumi, “Alma” racconta la storia di una ragazza africana durante il periodo della schiavitù e ne evoca la lotta per l’abolizione. Ma il successo francese non sarà bissato in lingua inglese. Perché a differenza di tutti i suoi lavori precedenti, questo di de Fombelle non sarà pubblicato in Inghilterra o negli Stati Uniti. Sarà anche un grande scrittore, ma de Fombelle è bianco e in quanto tale non può affrontare il tema della schiavitù.“
Da Walker Books, il mio editore inglese che ha una filiale negli Stati Uniti, sono stato avvertito dall’inizio”, ha raccontato lo scrittore a Le Point. “Un argomento affascinante, ma troppo delicato, mi è stato detto: quando si è bianchi, quindi dalla parte di coloro che hanno sfruttato i neri, non si può appropriarsi della storia della schiavitù. A loro è piaciuto il libro, ma per la prima volta non lo pubblicheranno”.
“Il colore della pelle non è un crimine”, è stato scandito nelle piazze dopo George Floyd. Nel politicamente corretto c’è un colore della pelle che invece criminale lo è. Il colore bianco. Un bianco non può tradurre un nero e anche i bambini bianchi devono inginocchiarsi.