Setif è una città dell’Algeria di antica origine numidica, il cui nome viene dal berbero assetaf, nero. Capitale della Mauritania Stifensis durante l’impero di Diocleziano, intorno al 293 d.C. fu ricostruita sulle antiche rovine dai francesi durante la colonizzazione iniziata il 5 luglio 1830.
Proprio i francesi commissionarono allo scultore Francis de Saint-Vidal una fontana, sullo stile di quella che aveva già realizzato sotto la torre Eiffel per l’esposizione universale. Il monumento venne eretto nel 1898 nei pressi dalla moschea Masjid Al-Atik, dove era possibile approvvigionarsi d’acqua e praticare le abluzioni rituali.
Insomma, di fianco a un luogo di culto troneggia la statua di una donna completamente nuda a ornare Ain El Fouara, la “Fonte di Acqua Sorgiva”. L’intento dei colonizzatori era di intimorire le donne quando andavano a raccogliere l’acqua con il loro recipienti. I francesi non avevano fatto i conti con il popolo algerino: la scultura piacque e venne subito amata dalla gente, diventando il simbolo della città. La sua “Dama” viene tutt’oggi considerata la guardiana di Setif, una regina nel cuore di ogni abitante.
Quando nel dicembre 2017, in pieno giorno, un fanatico si scagliò contro di lei per distruggerne la nudità a colpi di martello, la gente lo bloccò immediatamente (“una signora che viene lapidata”, ha commentato di recente il giornalista algerino Jaafar Khaloki). Ancora oggi è possibile vedere su YouTube uno dei video girati dai passanti, con l’uomo che si avventa con violenza sulla fontana e viene fermato a bastonate dalla gente, per poi essere arrestato dai poliziotti tempestivamente intervenuti.
Un episodio analogo era già avvenuto nel 1997, durante il decennio di terrorismo islamico in cui era immerso il Paese: la fontana venne quasi distrutta con la dinamite, e fu poi restaurata dalla cittadinanza.
Concepita per intimorire la gente, l’opera ha ottenuto l’effetto contrario diventando il simbolo della città di Setif. Non è un fenomeno isolato: nonostante l’indipendenza ottenuta dall’Algeria il 5 luglio del 1962, edifici e manufatti costruiti dai francesi non sono stati distrutti, anzi, vengono utilizzati e riutilizzati. La stessa lingua francese, assai diffusa, è considerata “bottino di guerra”.