Sabato 8 dicembre, il primo ministro belga Charles Michel ha proposto di sostituire i ministri della N-VA nel governo dopo un ultimatum del partito nazionalista fiammingo, contrarissimo all’approvazione del Patto ONU per le migrazioni. È sostanzialmente in atto una crisi politica, accesa dalla posizione intransigente dei nazionalisti nei confronti dello scellerato “patto” invasionista proposto dalle Nazioni Unite. La N-VA è l’unico dei quattro partiti nella coalizione governativa a rifiutarlo, una posizione di minoranza che ha fatto dire al suo presidente Bart De Wever: “Se non abbiamo più voce in questo governo, non ha più senso continuare”. E se il primo ministro firmerà l’accordo. è molto probabile che i tre ministri dell’Alleanza Neo-Fiamminga si ritirino dal governo, sostituiti – ipotizza lo stesso Michel – da due segretari di Stato.
Negli ultimi quattro anni, il governo del Belgio ha spesso traballato per le critiche della N-VA alle politiche migratorie, ma mai al punto di spaccarsi. Ora, invece, il Paese sarà verosimilmente diretto da un governo di minoranza composto da liberali francofoni, liberali fiamminghi e cristiano democratici fiamminghi. A meno di non ricorrere a elezioni anticipate: un’opzione poco probabile, visto che già si dovrà votare a maggio per rinnovare la camera dei rappresentanti.