Raccontare la realtà passata e presente di Cagliari, praticare quell’idea del teatro come “viaggio dentro la città”, valorizzare la memoria etnica di una città: questo nella XXVIII edizione della Rassegna del Teatro Etnico, con spettacoli in scena fino a dicembre, proposti nel circuito dell’associazione ARTE nell’ambito di un progetto culturale che studia le differenti culture contemporanee e analizza con uno sguardo antropologico le diverse realtà sociali. Il cartellone è ricco di titoli significativi: “In is arrugas”, “Un’istoria”, “ Nàrrere”, “Storia di un intellettuale”, “Il ventre della città”, “Ogni palmo di terra”, “Andarono ad occupare le terre”, “La guerra e la libertà”, “Lettere da Cagliari”, “Contastorie”, “Oh che bel mestiere”, “Marcia nuziale”. Opere aperte alle diverse forme espressive, che utilizzano la lingua sarda o quelle che si sposano alle esigenze rappresentative, in grado di mantenere viva la memoria etnica in quanto strutturate principalmente su una costruzione culturale del passato.
La rassegna avvicina i giovani e gli anziani delle zone di “frontiera”, una memoria sociale condivisa che rappresenta lo strumento culturale organico e idoneo a rafforzare un’identità collettiva; grazie anche al sostegno e alla sensibilità dell’assessorato Cultura del Comune di Cagliari e della Regione sarda.
Cagliari appare città sia popolare e laboriosa, sia borghese e aristocratica, con palazzi signorili, portici, laboratori di abili artigiani, sottani abitati da impagliatrici di sedie e riparatrici di reti da pesca, antichi caffè, il mercato del pesce, mestieri scomparsi e sconosciuti. I suoi personaggi, come nobilis decadius (nobili decaduti) che incrociano priogus arresuscitaus (pidocchi resuscitati), raccontano la piccola/grande storia della città, le abitudini e i costumi, un universo sociale fatto di uomini, donne e cose quotidiane: passioni, amarezze, cinismo, ferocia e bontà di un popolo.
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