Rurutu è uno scoglio piantato nell’oceano Pacifico, famoso per le balene che amano giocare vicino alle sue coste. Gli uomini partivano per pescare il grande mammifero marino che veniva diviso fra tutti gli abitanti nella grotta più grande dell’isola, chiamata Mitterand dopo la visita del presidente francese. L’is–ola ha la forma di un mezzo cuore, con una bella spiaggia di sabbia bianca a sud.
Il tema di Rurutu è tere a’ati, il sollevamento della pietra mentre si effettua il giro dell’isola. Non è un semplice gesto sportivo: gli autoctoni non sono assolutamente contenti che questa disciplina sia stata inclusa nei giochi tradizionali, reputando questa pratica di loro appartenenza.
Prima di alzare la pietra bisogna essere pronti mentalmente. Dopo la preghiera ci si accovaccia per afferrarla in un certo modo, quasi abbracciandola. Prima che la pietra arrivi sulla spalla – e deve arrivarci velocemente, altrimenti si rischia di non farcela – bisogna essere ben saldi sulle gambe che stendendosi aiutano il movimento; evitando di flettere la schiena all’indietro, ché potrebbe portare alla rottura delle vertebre lombari. Quando la pietra arriva sulla spalla, si allunga il braccio e si deve mantenere questa posizione per almeno 5 secondi.
La tradizione raccomanda di toccare la pietra una sola volta all’anno, a inizio gennaio, la prima settimana dell’anno, si inizia a turno in uno dei tre villaggi dell’isola a rotazione.
Anticamente i villaggi nemici si sfidavano a colpi di haka, per evitare inutili spargimenti di sangue: stiamo forse ritornando ai bei vecchi tempi?