Nel 1988 il mitico gruppo Te Maeva fondato da Coco Hotahota vinceva la Heiva I Tahiti con tema in onore della dea ’Urataetae, la stessa che anticamente presidiava le ’upa’upa, le cerimonie di danza. Coco aveva una pietra nel suo giardino che rappresentava questa divinità e la venerava, sicuramente per ringraziarla del suo meritato successo; ma poco prima della sua morte qualcuno si era introdotto nel giardino e aveva rubato il sacro simulacro.
Coco aveva chiesto a Roland, uno dei suoi aiutanti, di dare un’occhiata intorno alla casa, verso il vicino fiume: la pietra era pesante, difficile trasportarla, e probabilmente era stata abbandonata dai ladri. “Non dimenticare, Roland”, aveva detto, e l’uomo era tormentato da questa ultima richiesta del suo maestro.
Qualche giorno dopo il funerale, accompagnato da un amico, Roland si mise alla ricerca della dea. Appena giunto al letto del fiume, avvertì la presenza del mana (energia) di ’Urataetae e subito indicò una pietra, apparentemente indistinguibile da tutte le altre. Dopo averla trasportata a Fa’aa, nella sua casa in riva al mare, Roland la posò ai piedi di un albero davanti all’oceano, su un altarino dove la dea è rimasta per qualche mese.
Ora, come si era deciso, è stata spostata in un marae sulle alture di Pamatai. Prima una breve cerimonia per il prelievo, con preghiere e carezze volte a trasferire il mana della pietra al celebrante. Poi la bella cerimonia all’arrivo presso il nuovo luogo di culto appositamente costruito per ospitarla, di forma triangolare come quello che si trova a Maupiti, oggi sommerso dalle acque della laguna. Ci sono voluti tre uomini per trasportarla. Secondo lo stile polinesiano si sono succeduti vari oratori, l’amica Koba ha concluso i discorsi con un bel ’ōrero.
Ho avuto l’onore di essere invitata, di poter assistere alla funzione come “una di loro”, e di poterla documentare.