Tra i soldati iracheni appena arrivati – non richiesti – nella regione yazidi di Shengal ci sarebbero – rimanendo in attesa di ulteriori conferme – anche militari turchi. L’inquietante questione è stata sollevata da Felknas Uca, deputata curdo-yazidi e co-presidente della commissione di politica estera di HDP. La notizia proviene dagli abitanti del villaggio di Gir Zerik, a sud-est di Shengal, i quali avrebbero sentito alcuni soldati parlare in lingua turca.
Una possibile collaborazione turco-irachena per reprimere definitivamente l’autodeterminazione di curdi e yazidi a Shengal? Fermo restando che comunque era già fonte di preoccupazione legittima la presenza, in aumento, delle truppe irachene.
Insieme all’altro co-presidente della commissione di politica estera di HDP, Hisyar Özsoy, Feleknas Uca ha voluto richiamare il governo iracheno al dovere di dialogare con la popolazione e di riconoscerle il diritto di mantenere la propria organizzazione, sia di autonomia amministrativa sia di autodifesa.
In particolare ha dichiarato: “Noi sosteniamo il diritto legittimo della popolazione yazidi di Shengal, già vittima di oltre settanta massacri di massa nel corso della storia, a garantire la propria sicurezza. Il diritto della legittima difesa non rappresenta una minaccia per l’integrità dell’Iraq, ma una garanzia per chi è costantemente minacciato”.
Regione ancora contesa, quella di Shengal. Con un futuro che dovrebbe dipendere dalle scelte democratiche della popolazione stessa, non dai dettami di Stato. Tantomeno dall’attuale esibizione di forza e dagli interventi militari, congiunti o meno.