Maurizio Karra, Antropologia del sacro e delle religioni, Edizioni Fotograf, Palermo 2024, euro 24,00.
Il libro di Karra è dedicato a un importante settore degli studi etno-antropologici, quello che in particolare si occupa dei sistemi e dei fenomeni religiosi nell’àmbito dei diversi contesti culturali e sociali. Un quadro epistemologico nel quale rientrano – oltre alle fedi e alle teologie, spesso formalizzate in testi solenni e dogmatici – anche le credenze e le pratiche magiche e sciamaniche legate al sovrannaturale, che in quasi tutti i contesti socio-culturali si collegano a specifici rituali, a preghiere e a sistemi di credenze e valori collettivi e tradizionali.
Anche se il concetto di “sovrannaturale” non accomuna affatto tutte le culture allo stesso modo, si nota comunque che a fare da tramite tra il mondo reale e quello sovrannaturale esistono in genere figure mediane (sacerdoti, sciamani, guide spirituali) il cui compito è collegare i due mondi e, in un certo modo, fare sì che essi possano comunicare tra loro. Il fine è permettere alle persone, o meglio ai “credenti”, di conoscere, avere una percezione, una visione, o in qualche modo aspirare alla sfera soprannaturale delle divinità e spesso anche a quella dei defunti.
Nei vari capitoli del libro, dopo aver spiegato il profondo interesse dell’antropologia culturale per il mondo del sacro, Karra analizza i miti legati alla cosmogonia, all’antropogonia e anche alla teogonia; studia le funzioni e le forme dei vari luoghi sacri e di culto; descrive le logiche delle manifestazioni e dei riti che attengono al mondo sacro; analizza norme e prescrizioni, divieti e tabù religiosi che coinvolgono nelle varie culture le persone nella loro vita quotidiana; studia il rapporto esistente tra religioni, mondo magico e aldilà, accompagnando il lettore in una sorta di viaggio entusiasmante alla scoperta del trascendente. E provando anche a prevedere come potranno evolversi il sacro e le religioni in un mondo ormai prossimo a essere regolato o gestito dall’ia.