Nei Paesi di lingua spagnola, il termine romería indica una festa popolare di carattere religioso basata sul pellegrinaggio: inizialmente verso Roma (chiamato in latino romaeus, da cui anche la nostra “Via Romea”), ma con i secoli, più semplicemente, verso un santuario o un eremo locale.
Tra queste manifestazioni, una delle più coinvolgenti si celebra a San Lorenzo de El Escorial, cittadina di quasi 19.000 abitanti situata nella comunità autonoma di Madrid. È la “Romería de la Virgen de Gracia”, una celebrazione secolare che ogni seconda domenica di settembre porta per le strade quasi un centinaio di carri e migliaia di fedeli. Un appuntamento che unisce il culto mariano al recupero delle tradizioni folcloristiche della Sierra Madrileña.
La protagonista assoluta è la Vergine di Grazia, patrona del borgo. La sua storia, a metà tra leggenda e realtà, si perde nel tempo e risale a ben prima del monumentale monastero di Filippo II. Sembra infatti che l’immagine originale, ritrovata da pastori in una grotta nella parte alta della Herrería, sia stata distrutta durante la Guerra Civile, come centinaia di altre; ma nel 1941 lo scultore Mariano Benlliure – autore tra l’altro della statua equestre del re Alfonso XII che presiede lo stagno del Retiro a Madrid – ne realizzò una nuova, oggi venerata nel suo santuario e portata in trionfo durante la processione.

La vigilia della festa
Nelle settimane che precedono l’evento il paese si trasforma. Balconi, finestre e vetrine si riempiono di decorazioni e simboli, in una gara di allestimenti che culmina con premi modesti ma molto ambiti (cento euro per il vincitore non sono molti… ma il titolo dura fino all’anno successivo e viene ostentato con orgoglio). Inoltre si vince un “cimborio” di ceramica che ricorda, ovviamente, uno degli elementi dell’onnipresente monastero.
Trattandosi di una celebrazione mariana, non può mancare la Novena alla Vergine che ha luogo nel suo santuario, così come un’esposizione fotografica che ricorda le romerías di ieri e di oggi e, per prepararsi alla sfilata dei carri fino all’eremo de La Herrería, si tengono lezioni di jotas e rondón.
Tra le novità c’è la “Ruta de Tapas Romeras”, che dal primo al 10 settembre offre un percorso gastronomico in nove locali, con proposte a tema al prezzo di 1,50 euro come l’empanada de matanza o gli spiedini serrani, solo per citarne alcuni.
Il venerdì è poi il giorno dell’Offerta dei Fiori, un momento toccante che si svolge nella Plaza de la Constitución, ai piedi del maestoso Monastero Reale. Centinaia di persone, le peñas (gruppi di anziani, autorità, pellegrini e pubblico), partecipano ciascuno con il proprio contributo di fiori, tra cui abbondano rose, garofani, margherite, peonie, gerbere, e anche grandi ortensie e colorati oleandri, in un corteo che dura ore e si conclude con il canto dell’Inno alla Vergine e le prime danze di gruppo.
L’attesa può essere resa più leggera grazie ai numerosi bar e terrazze della piazza e dei dintorni. Alla fine si intona l’Inno della Vergine di Grazia che scrisse Guillermo Fernández-Shaw e che Francisco Alonso mise in musica, e si balla il primo rondón dei molti che riempiono il fine settimana.
Il gran giorno
Dopo il sabato in cui si impongono le medaglie ai nuovi membri delle confraternite, con un ruolo speciale per i neonati che da subito iniziano a farne parte, arriva il gran giorno della festa. La domenica inizia molto presto, alle 5 del mattino, con le cosiddette bombas reales, una successione di petardi e razzi, il cui scopo è svegliare gli abitanti di San Lorenzo, chiamati gurriatos, e convocarli all’inizio della Romería alla porta del santuario per assistere all’uscita dell’immagine della Vergine, che sarà portata nel suo carro fino all’eremo nel Bosque de la Herrería.
Dopo la consegna solenne dell’immagine della Vergine e la recita del Rosario dell’Aurora, i fedeli si avviano per circa 5 chilometri fino all’eremo di La Herrería, dove si tiene la Messa dell’Alba, anche per tutti i pellegrini defunti nel corso dell’anno.
Alcune ore più tardi, intorno alle 10 del mattino, inizia la sfilata dei carri verso la Herrería, il momento più allegro e affollato della festa. Dopo il Corteo della Romería, sotto lo Stendardo della Reale Confraternita dei Pellegrini, il Gruppo di Dulzaineros, i membri dei direttivi delle Confraternite di Pellegrini e Signore, le autorità e gli invitati, sfilano le Peñas Romeras, in cui si raggruppa quasi la totalità degli abitanti del paese, vestiti con il costume tradizionale della sierra. Le donne con sottogonne, calze traforate, scarpe di velluto o alpargatas, gonna o sottogonna di feltro di pura lana, blusa in tessuti broccati, corpetto e foulard; gli uomini con gilet di velluto a coste con camicia bianca di Segovia, mielera o tocinera, la blusa tipica, foulard, fascia, alpargatas e berretto.
Quasi un centinaio di carri partecipano alla Romería de la Virgen de Gracia. I più tradizionali e rari sono quelli trainati da buoi, molti hanno trazione meccanica con auto o trattori e ne esistono persino alcuni montati su passeggini. Da diverse settimane prima, le varie peñas uniscono le loro forze artigianali per offrire un lavoro originale e attraente, dagli abiti ai carri: prodotti che sono fedeli a centinaia di anni di storia, che mostrano l’impegno e la passione che gli abitanti mettono nella preparazione, nella speranza di vincere uno dei tanti premi, un riconoscimento alla devozione alla Vergine di Grazia, alla tradizione mariana, all’originalità e al recupero delle tradizioni popolari.
La loro immagine con lo sfondo del fastoso Monastero è uno dei primi luoghi in Spagna a far parte del Patrimonio dell’Umanità e che molti considerano come l’”Ottava Meraviglia del Mondo” per la sua magnificenza, dimensioni e sobrietà, riflesso delle aspirazioni del Secolo d’Oro spagnolo.
Una volta che tutte le Peñas sono arrivate con i loro carri al Recinto della Romería, si tiene la Messa Maggiore all’Eremo, durante la quale si distribuisce il tradizionale rosmarino benedetto. Successivamente si celebra la tradizionale Asta di Regali, generosamente ceduti dai commercianti locali.
E infine…
La parte gastronomica in questa festa è piuttosto semplice ma non meno gustosa: paella, chorizo e morcilla alla piastra, empanadas, hornazos, spiedini morunos, costolette, panini di ogni tipo… Il tutto ben innaffiato con vino, sangria o birra.
Dopo il pasto e la relativa siesta, verso le 17.30, nelle tribune installate nella spianata dell’eremo, i Dulzaineros della Reale Confraternita interpretano Jotas Serranas e il tradizionale Rondón, a cui si aggiungono le Rondallas delle Peñas. Poi, verso le 19:30, inizia il Corteo di Ritorno che accompagna l’Immagine della Vergine al suo Santuario a San Lorenzo de El Escorial. Tutte le Peñas con i loro carri sfilano davanti all’eremo. Le autorità consegnano i premi e i trofei assegnati dalla giuria.
La festa è finita, ma il lavoro dei pellegrini continua fino al giorno dopo, il lunedì, che è festivo a San Lorenzo de El Escorial, quando ci si deve preoccupare di ripulire tutto il parco affinché il luogo, parte della Rete Natura 2000, torni a risplendere con le sue querce, i frassini e i castagni secolari, in attesa della festa del prossimo anno.