A chiunque capiti di trovarsi in estate in Scandinavia non dovrebbe sfuggire l’occasione di compiere la traversata in nave del golfo di Botnia da Stoccolma al porto finlandese di Turku: nella luce pallida e irreale di una notte di luglio si susseguono pressoché ininterrotte da una costa all’altra migliaia di piccole isole e isolotti piatti e verdissimi, alcuni tondi, altri dalla forma allungata. altri ancora sagomati come impronte di animali, che il sole basso sull’orizzonte rende ancora più inquietanti. Si tratta di Åland-Ahvenanmaa, l’arcipelago che nell’ambito della Repubblica di Finlandia costituisce una provincia autonoma dalle peculiari caratteristiche istituzionali. Le 6544 isole, sottomesse dai secoli XII e XIII alla corona svedese, furono incorporate nell’impero russo assieme alla Finlandia in seguito alla pace di Frederikshamn del 1809.
Il loro “status” subì la prima modificazione di rilievo in seguito alla conclusione della guerra di Crimea tra Francia e Inghilterra da una parte e Russia dall’altra: il trattato del 31 marzo 1856 stabiliva che le Åland, pur rimanendo allo Zar, non avrebbero dovuto ospitare fortificazioni o stabilimenti militari di alcun genere. La guerra russo-giapponese del 1904-1905 aprì la strada alle prime attività rivoluzionarie a S. Pietroburgo e, per evitare potenziali infiltrazioni da ovest, le autorità russe decisero di distaccare un contingente militare sulle isole.
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Il 23 aprile 1908, Svezia, Germania e Russia firmarono quindi la cosiddetta Dichiarazione del Baltico, impegnandosi alla mutua consultazione nel caso di minaccia allo “status quo” della regione. Con l’avvicinarsi dello scoppio del primo conflitto mondiale, il governo russo decise di infrangere l’impegno contratto nel 1856, inviando nuove truppe e costruendo fortificazioni sulle Åland. nel timore di un’invasione tedesca dell’arcipelago. Sullo scorcio della guerra, nell’inverno 1917-1918, la Svezia, su pressione alleata, inviò sulle isole un contingente di difesa, che fu in gran parte ritirato nel marzo 1918. A quella data, il negoziato di pace tra la Germania e il nuovo governo bolscevico guidato da Lenin aveva già prodotto il ritiro delle truppe russe sia dalla Finlandia sia dalle Åland.
La guerra d’indipcndenza finlandese del 1917-1918 provocò nelle isole la nascita di un movimento separatista che aspirava al ritorno alla Svezia, madrepatria storico-culturale, e la questione, assurta a livello di contenzioso internazionale fra i governi di Stoccolma ed Helsinki, fu portata innanzi al Consiglio della Società delle Nazioni nel 1921. La controversia fu risolta a favore della Finlandia, ma con il ripristino del principio della smilitarizzazione delle Åland. Fu inoltre sancito che le isole costituissero una regione neutrale in tempo di guerra. Tra le Potenze firmatarie dell’accordo mancava tuttavia l’Unione Sovietica. Il Consiglio della Società delle Nazioni emanò la sua decisione sulle Åland il 24 giugno 1921; tre giorni dopo Svezia e Finlandia stipularono il cosiddetto Trattato delle Åland, impegnandosi a rispettare i nuovi principi di garanzia e neutralità. In tal modo si apri per l’arcipelago una fase politica nuova, con la fine del clima di grande tensione che aveva tra l’altro portato nel 1920 all’arresto sotto l’accusa di alto tradimento dei leader indipendentisti Julius Sundblom e Carl Bjòrkman.

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I due leader delle Åland, Julius Sundblom e Carl Bjòrkman, al ritorno in patria dopo essere stati in carcere, in Finlandia, con l’accusa di alto tradimento (1920). La Finlandia si era da poco dichiarata indipendente dalla Russia (6 dicembre 1917).

Le garanzie statuite per le Åland dal Consiglio della Società delle Nazioni nel 1921 – che costituiscono tuttora l’impalcatura dell’odierno statuto di autonomia – erano le seguenti: 1) lo svedese quale lingua di insegnamento obbligatoria; 2) diritto al possesso di appezzamenti terrieri riservato ai soli soggetti dotati di cittadinanza regionale delle isole; 3) diritto di voto locale riservato alla sola popolazione residente; 4) nomina del Governatore regionale da parte del Presidente della Finlandia dopo consultazioni con il Presidente del Parlamento (Landsting) delle Åland.
Una convenzione speciale, stipulata nel novembre 1921, sancì quindi i termini pratici della neutralità dell’arcipelago, con il divieto di ogni attività militare nella regione e l’esenzione degli abitanti delle isole da ogni tipo di servizio di leva. Nella primavera del 1922 si tennero infine le prime elezioni per il Landsting di Marienhamn, capoluogo delle Åland. Lo “status quo” deciso a Ginevra nel 1921 sopravvisse inalterato agli sconvolgimenti della seconda guerra mondiale: il progetto finlandese di cedere l’arcipelago all’Unione Sovietica come base militare in cambio di Porkkala non fu neanche presentato alla Conferenza di Parigi del 1947; l’articolo 5 del Trattato di Pace ribadì pertanto laconicamente il principio della neutralizzazione delle Åland.
Il 28 dicembre 1951 il Parlamento finlandese emanò quello che è l’attuale Atto di Autonomia delle isole Åland, dandogli la stessa rilevanza giuridica della Costituzione della Repubblica; abrogazione o modifica sarebbero state decise solo con l’assenso del Landsting di Marienhamn. Secondo la lettera dell’Atto di Autonomia del 1951, il Landsting delle Åland può emettere leggi nei campi dei servizi della pubblica sicurezza, della sanità, dell’istruzione e della cultura in generale, delle comunicazioni interne e dell’amministrazionc locale, per citare i più importanti. Nell’ambito di tali competenze, il Landsting di Marienhamn si comporta come il parlamento di uno Stato sovrano: al di fuori di esso, si applicano le leggi correnti nella Repubblica di Finlandia. Ciò vale per i servizi di posta e di dogana, per le questioni monetarie, la giustizia penale e gran parte di quella civile, principalmente nei campi del diritto di famiglia e di successione, di quello commerciale e dell’amministrazionc non locale.
Per garantire attivamente gli interessi delle Åland nel processo complessivo della produzione legislativa finlandese, un rappresentante delle isole siede permanentemente nel Parlamento di Helsinki, venendovi eletto come ogni altro deputato. Il Landsting di Marienhamn, il Parlamento autonomo delle isole Åland, consiste di trenta membri eletti ogni quattro anni mediante scrutinio proporzionale. Gli schieramenti politici locali sono indipendenti da quelli finlandesi, ma ripetono le denominazioni e i princìpi sia da questi che dai corrispondenti svedesi: esistono dunque un Centro, un Partito Liberale, i Moderati (Frisinnad samverkan) e i Socialdemocratici.
Il governo regionale delle isole Åland sottopone i propri decreti all’esame del Landsting; in aula questo si ripete tre volte con l’unica eccezione delle questioni finanziarie, trattate in un’unica ripresa. Ogni tema viene elaborato preventivamente dall’una o l’altra delle esistenti quattro commissioni, composte ciascuna di cinque membri. Gli abbozzi di decreto vengono quindi esaminati da una sorta di seconda camera composta da dieci membri.
Il decreto approvato dal Landsting viene quindi inviato al Presidente della Repubblica finlandese, che lo esamina e può porre il suo veto. Ciò accade in due casi: o il Parlamento delle Åland ha varcato i confini della propria competenza legislativa quale disposta dall’Atto di Autonomia (e ciò si verifica non raramente, viste le difficoltà di interpretazione della lettera di questo), oppure è accaduto che il Landsting ha varato un decreto che rappresenta una minaccia per la sicurezza interna o esterna della Finlandia. La decisione del Presidente della Repubblica avviene dopo consultazione con una speciale delegazione di esperti di diritto, designata per metà dal governo di Helsinki e per l’altra metà dal Landsting di Marienhamn. A volte si rendono necessarie pronunce della Corte Suprema finlandese. Occorre sottolineare che il potere di veto del Presidente della Finlandia è molto più ristretto nel campo delle leggi varate dal Parlamento delle Åland che non rispetto a quelle nazionali: in quest’ultimo caso si tratta di un veto assoluto opponibile a ogni legge, mentre nel primo tale potere viene esercitato solo nei due casi citati, previsti dalla Costituzione delle Åland. Oltre all’attività legislativa, il Landsting di Marienhamn ha il compito di adottare il bilancio per la provincia autonoma delle isole Åland, secondo i termini di competenza stabiliti dall’Atto di Autonomia.

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I cittadini dell’arcipelago sono sottoposti a tasse e diritti doganali come ogni altro cittadino finlandese: di ritorno, nel bilancio della Repubblica di Finlandia, compare ogni anno una voce chiamata “aggiustamento fiscale da devolversi alla Provincia di Åland”. Ciò significa che l’arcipelago è profondamente legato al bilancio annuale della Repubblica di Finlandia, per la quale rappresenta d’altro canto una fonte di notevoli proventi economici, viste le floride attività turistiche e della navigazione. Il bilancio della provincia autonoma viene esaminato dalla Delegazione mista finno-isolana di cui si è detto in precedenza; questo, oltre a risultare dalle entrate provenienti da proprietà terriere, foreste, eccetera, è finanziato da una speciale tassa provinciale. Per quanto riguarda eventuali stanziamenti straordinari, la decisione spetta ancora una volta alla Delegazione mista e la ratifica di questa al Presidente della Repubblica di Finlandia. Il potere amministrativo viene esercitato nelle Åland da un Consiglio Esecutivo, in pratica il governo delle isole, composto da un Presidente (lantrad) e da sei “ministri”, tutti quanti eletti dal Landsting; il primo rimane in carica fino all’età di pensionamento per i pubblici funzionari, mentre i secondi vi rimangono per due anni. Sia l’uno che gli altri possono essere costretti alle dimissioni in caso di voto di sfiducia del Landsting: questo può essere espresso, o personalmente contro il Presidente, oppure collettivamente contro i membri del Consiglio. Si tratta pertanto di un sistema istituzionale di tipo parlamentare, sebbene non sia il Capo del governo a scegliere i membri del gabinetto. Il risultato è che le Åland hanno in permanenza un governo di coalizione con la mancanza di una regolare opposizione.
Il Consiglio Esecutivo si vale della collaborazione di un corpo amministrativo detto comunemente “governo”, composto di un centinaio di funzionari pubblici. L’amministrazione centrale si divide in sei dipartimenti: quello amministrativo propriamente detto – una sorta di ministero degli Interni – e quello delle finanze, quello dell’educazione e cultura e quello dell’industria – che include agricoltura, foreste e pesca – e infine quello delle comunicazioni. Esistono quindi i tre uffici collegati della legislazione, della pianificazione del territorio e della pianificazione economica.
Il “governo” delle Åland svolge la sua amministrazione in tutti i campi di attività definiti dalla lettera dcll’Atto di Autonomia. Quest’ultimo è dagli anni ‘70 oggetto di un lavoro di complessiva revisione, essendosi rivelato in parte superato. Nella primavera del 1983, dopo un esame preventivo delle proposte di modifica da parte del Landsting di Marienhamn, la cosiddetta Commissione per le Åland iniziò un’opera volta alla pratica modernizzazione dell’Atto. Due i principali propositi di tale iniziativa: anzitutto fissare chiaramente i confini di competenza legislativa tra Åland e Finlandia allo scopo di trasferire nuovi settori al Landsting di Marienhamn; e provvedere alla determinazione di una cornice più duttile per l’attività economica della provincia autonoma. A questo riguardo si pensava soprattutto ai proventi fiscali riscossi nelle Åland, auspicandone la futura utilizzazione esclusiva nell’ambito della Provincia. La materia è estremamente delicata, specialmente alla luce del sempre maggiore desiderio di autonomia della popolazione dell’arcipelago. Il Landsting di Marienhamn è stato dunque costretto a una continua opera di mediazione, e pertanto il processo di revisione complessiva dcll’Atto di Autonomia si prevede di lungo corso, visto anche il necessario procedimento di modifica costituzionale che il Parlamento di Helsinki dovrà avviare.
Dal 1970 le isole Åland hanno un loro rappresentante in seno al Consiglio Nordico: eletto dal Landsting di Marienhamn, fa parte della delegazione finlandese. Già dal 1954, poi, la provincia ha una sua bandiera, con una croce giallo-rossa in campo blu, esposta su tutti gli edifici pubblici delle isole. La revisione proposta dell’Atto di Autonomia consentirebbe di issarla anche su navi da pesca, traghetti di linea e imbarcazioni da diporto. Dal 1984 le Åland stampano anche speciali emissioni di francobolli. Le isole Åland rappresentano dunque un caso assai particolare di autonomia, ove ogni iniziativa politica, nell’ambito della competenza assegnata dall’Atto, viene pianificata dalla comunità locale; ciò che è stato sancito dal Landsting nel 1981. Linee guida di questa autonomia sono la piena occupazione, la conservazione delle risorse naturali e culturali, lo sviluppo regionale equilibrato e un rallentamento dell’emigrazione dall’arcipelago. Il modello Åland ha attratto l’attenzione internazionale in diverse occasioni, per esempio durante la guerra anglo-argentina per le isole Falkland-Malvinas. Nella primavera del 1982 sia esperti delle Nazioni Unite che ambienti della stampa britannica avanzarono proposte di applicazione dello statuto di autonomia dell’arcipelago baltico a quello atlantico, senza però ottenere alcun risultato. Rappresentanti di diverse minoranze nazionali hanno compiuto viaggi di studio nelle Åland, riconoscendone la validità del modello di sviluppo, e considerando come esemplare il rapporto esistente tra la Provincia autonoma c la Repubblica di Finlandia. Non a caso i 22.000 abitanti delle isole non nutrono più desideri di riunione con la comunità storico-linguistica di appartenenza, la Svezia; essi tentano invece di concentrare ogni sforzo verso un obiettivo più ambizioso: un progressivo affrancamento dal legame con la Finlandia con la prospettiva di raggiungere una sovranità nazionale vera e propria; aspirazione che le Åland condividono con le altre province autonome dell’area scandinava e sub-polare – la Groenlandia e l’altro arcipelago delle Farøer – mantenendo a tale scopo con queste stretti rapporti di collaborazione e consultazione.