Mentre continuano a infuriare le polemiche in merito al bando sull’immigrazione del Presidente Trump di 90 giorni verso 7 Paesi a maggioranza islamica, la Chatham House, un istituto di ricerca di affari internazionali di Londra, ha pubblicato i risultati del suo sondaggio nel quale ha chiesto ai cittadini europei se l’immigrazione dai Paesi islamici debba essere fermata. La risposta è stata chiara: il 55% degli intervistati si dichiara favorevole ad arrestare il flusso di immigrati islamici. Il sondaggio riguarda 10 Paesi europei (Austria, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito) e ha raccolto le interviste di 10.000 cittadini suddivisi per gli Stati interessati dall’indagine. Le punte di consenso più alto si sono registrate in Polonia, dove il 70% dei cittadini intervistati si dichiara favorevole a fermare gli islamici, seguita dall’Austria (65%), dal Belgio (64%), dall’Ungheria (64%) e dalla Francia (61%). Il 51% degli intervistati italiani a sua volta esprime un giudizio negativo sull’immigrazione islamica.
Va considerato che il sondaggio in questione è stato realizzato prima del provvedimento di Trump e che i cittadini europei favorevoli all’immigrazione dai Paesi musulmani sono in media solamente il 20% degli intervistati, mentre il 25% non è né favorevole né contrario. L’indagine rivela un profondo senso di insicurezza dei cittadini europei, specialmente tra le fasce più anziane della popolazione che sono quelle a mostrarsi più insofferenti nei confronti del fenomeno. Ben il 63% degli over 60 è contro l’immigrazione islamica, mentre la percentuale scende per la fascia d’età che va dai 45 ai 59 anni con il 56%, fino ai più giovani dai 18 ai 29 anni, dove solamente la maggioranza relativa, il 44%, si esprime in senso negativo sulla questione. Si conferma anche un leggero distacco sulle vedute del fenomeno tra le grandi città e i piccoli centri urbani: nelle metropoli più grandi il 52% dei cittadini si dichiara contrario all’immigrazione islamica, mentre nelle cittadine rurali la percentuale sale fino al 57%. Il consenso sembra essere trasversale anche rispetto alle differenti identità politiche degli intervistati: se l’elettorato di destra mostra una schiacciante maggioranza, superiore al 75%, favorevole al provvedimento, anche l’elettorato di sinistra non sembra respingere completamente la proposta con percentuali di poco superiori al 33%.
I ricercatori della Chatham House non nascondono l’ipotesi che un tale sentimento dei cittadini europei possa portare giovamento alle formazioni politiche più critiche nei confronti delle politiche dell’accoglienza, come il Fronte Nazionale di Marine Le Pen in Francia e la Lega Nord guidata da Matteo Salvini in Italia. Interessante anche considerare la comune visione dei differenti Paesi europei che sono stati interessati in maniera differente dal fenomeno: ad esempio la Polonia, nonostante abbia mia delle comunità più piccole di musulmani in Europa, appena 20mila, è il Paese più contrario all’immigrazione dai Paesi islamici, superiore persino alla Francia, il Paese con il più alto numero di musulmani in Europa, più di 4 milioni e mezzo che rappresentano il 7,5% della popolazione.
Ad aggravare la generale percezione negativa del fenomeno hanno contribuito in maniera rilevante la crisi dei rifugiati che ha toccato molti degli Stati interessati dal sondaggio, e gli attentati terroristici di matrice islamica che si sono verificati recentemente in Francia e in Germania. L’idea di fondo quindi è che si stia sviluppando un comune sentimento di ostilità nei confronti dell’islam in Europa, indipendentemente dal numero di islamici presenti in ogni singolo Paese. Un dato che conferma in parte quello del sondaggio di Pew Research pubblicato nel 2016, nel quale era stato chiesto ai cittadini europei l’attitudine nei confronti delle minoranze islamiche, viste in modo particolarmente negativo in Ungheria (72%), Italia (69%) e Polonia (66%). Mentre dunque i leader dell’UE condannano il provvedimento di Trump, i cittadini europei si dimostrano favorevoli alle politiche del presidente americano e reclamano l’intervento di un leader forte che metta fine al senso di instabilità e insicurezza generale che sembra affliggere la popolazione. Come rivelato dal sondaggio Ipsos Global Advisor, la figura dell’uomo forte è richiesta particolarmente in Italia, dove il 73% degli intervistati ne invoca l’intervento, in Spagna dal 69% e in Francia dal 67%. Il quadro complessivo è quello di un senso di una profonda crisi che pervade tutte le istituzioni europee, e porta i cittadini europei a chiedere drastiche soluzioni per arrestare un declino sempre più vistoso.
Cesare Sacchetti, “Libero”