“Continuare a contestare chi propone ferma severità, risposte concrete e reali garanzie di rispetto dei diritti nel fare sicurezza, insistendo con un malcelato buonismo che smaglia ogni significato delle regole e del vivere civile, produce il solo risultato di innalzare ulteriormente il livello di rabbia, insofferenza, paura e frustrazione di cittadini sempre più provati da ingiustizie, disagi e criminalità di ogni ‘genere’. Di Saviano e delle sue insulse lezioni, su cosa serve o non serve per fare sicurezza, non se ne può davvero più. Dopo una settimana fatta di notizie di morti e feriti nelle strade a causa di rapine e aggressioni folli, di presunti jihadisti amabilmente integrati nella nostra realtà, di degrado estremo in ogni angolo del Paese, di chiusure notturne dei valichi con la Svizzera per limitare l’ingresso ai ladri dall’Italia (!), e tanto altro… risulta ancora più ridicolo, sempre più ridicolo, sentirgli dire che tentare di porre un freno a tutto ciò è ‘classista e razzista’, purtroppo, con questa affermazione non fa che alimentare quella rabbia e quel terrore che serpeggiano nel nostro paese”.
Così Franco Maccari, segretario generale del COISP, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo una settimana in cui si sono rincorse notizie che da nord a sud hanno funestato l’Italia, certamente non scollegate dal generale contesto di grave degrado che in tanti modi si manifesta in ogni angolo del Paese, e dopo che Roberto Saviano ha espresso le sue forti critiche contro il dl sulla sicurezza urbana presentato dal ministro, denunciandone un presunto spirito razzista e classista.
“Di fronte a una realtà la cui fisionomia è sempre più brutalmente segnata dalle piaghe della violenza a tutti i livelli”, aggiunge Maccari, “non si può più continuare con il falso e ipocrita assunto che cercare integrazione e rispetto debba significare giustificare tutto e che solidarietà e tolleranza siano in contrasto con la difesa della sicurezza. Percorrere la strada dell’integrazione senza garantire il controllo, la misura della vivibilità e i mezzi per tutelare i soggetti più deboli che subiscono le conseguenze della mancanza di risorse, di risposte, di organizzazione, di mezzi e di soluzioni è piuttosto da irresponsabili. E, anzi, tolleranza e integrazione si perseguono in maniera più proficua quanto più si dimostra ai cittadini che per la loro sicurezza si fa tutto quanto sia possibile, senza far sì che ‘aprire incondizionatamente’ a solidarietà e accoglienza debba significare perdere il proprio diritto a vivere serenamente. Perché in nome di quel malinteso senso del ‘rispetto di tutto’ si deve rinunciare al rispetto delle regole codificate e che sono alla base del comune senso di civiltà?”.