I musulmani sono il gruppo religioso con la più rapida crescita nel mondo. Questa crescita e la loro tendenza a migrare, combinate con le continue attività dell’ISIS e di altri gruppi estremisti che commettono violenze in nome dell’islam, hanno portato i musulmani e la fede islamica al centro del dibattito politico in molti Paesi. I cui cittadini, tuttavia, conoscono ben poco dell’islam: tipica l’ignoranza sull’argomento della maggior parte degli americani, che vivono in un Paese con una popolazione maomettana relativamente ridotta.
Il Pew Research Center – un’organizzazione americana di ricerche statistiche e sondaggi demografici – offre parecchi dati per approfondire l’argomento, almeno a livello di cifre. 1)
I musulmani in numeri
Secondo una stima del Pew, nel 2010 c’erano 1,6 miliardi di musulmani nel mondo, circa il 23% della popolazione mondiale. Pur essendo l’islam ancora la seconda religione del mondo dopo il cristianesimo, è anche quella in crescita più rapida: se le attuali tendenze demografiche continueranno, il numero dei suoi seguaci supererà quello dei cristiani entro la fine di questo secolo.
Anche se molti Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, dove la religione è nata nel settimo secolo, sono fortemente musulmani, questa a regione ospita soltanto il 20% del totale mondiale. La maggioranza (62%) vive nella regione dell’Asia Pacifica, con vaste concentrazioni in Indonesia, India, Pakistan, Bangladesh, Iran e Turchia.
L’Indonesia è attualmente il Paese con la più grande popolazione musulmana al mondo, ma il Pew prevede che il primato passerà all’India entro il 2050 (pur rimanendo a maggioranza indù) con più di 300 milioni di individui.
Anche la popolazione musulmana in Europa sta crescendo: si teme che entro il 2050 il 10% degli europei saranno islamici.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, si calcola che nel 2015 ci fossero 3,3 milioni di musulmani di ogni età, ovvero circa l’1% della popolazione. L’indagine Pew Religious Landscape Study del 2014 – condotta in inglese e spagnolo – ha rilevato che lo 0,9% degli adulti americani si identificava come musulmano. Un sondaggio del 2011 sui musulmani americani – condotto in inglese, arabo, farsi e urdu – ha stimato che nel Paese abitavano 1,8 milioni di musulmani adulti e 2,75 milioni di tutte le età. Questo sondaggio ha anche appurato che la maggioranza dei musulmani negli USA (63%) è immigrata.
Le proiezioni demografiche calcolano che i musulmani costituiranno il 2,1% della popolazione statunitense entro il 2050, superando gli individui che si ritengono ebrei in base alla religione e diventando così il secondo gruppo religioso del Paese (sono escluse dal computo le persone che dichiarano di non avere alcuna fede).
Secondo un altro rapporto del centro ricerche, la quota musulmana degli immigrati negli USA con status permanente di residenza (le green cards) è aumentata dal 5% circa nel 1992 al 10% circa nel 2012, con circa 100.000 unità in quest’ultimo anno.
Perché crescono così?
Alla base della rapida crescita dell’islam ci sono due semplici fattori demografici. Per cominciare, i musulmani hanno più figli degli appartenenti ad altri gruppi religiosi. Ciascuna donna ha una media di 3,1 bambini, rispetto ai 2,3 di tutti gli altri gruppi nel complesso.
I musulmani sono anche i più giovani tra tutti i principali gruppi religiosi, con un’età media di 23 anni (2010), 7 meno degli altri. Di conseguenza, un numero maggiore di islamici è già o presto sarà in età di cominciare a procreare. Il che, in combinazione con elevatissimi tassi di fertilità, alimenterà la crescita di questa popolazione.
Pur non modificando i numeri della popolazione mondiale, l’emigrazione sta contribuendo ad aumentare la presenza musulmana in alcune regioni, soprattutto l’America del Nord e l’Europa.
Come li vedono gli americani
Con un sondaggio del 2017, il Pew Research Center ha chiesto agli americani di dare un voto ai fedeli di nove gruppi religiosi usando un “termometro della simpatia” graduato da 0 a 100, dove 0 riflette il sentimento più freddo e negativo e 100 quello più caldo e positivo. Nel complesso, gli americani hanno dato ai musulmani una valutazione media di 48 gradi, simile a quella degli atei (50).
Gli americani provano maggior calore umano per gli altri sette gruppi religiosi contemplati dall’indagine: ebrei, cattolici, principali protestanti, cristiani evangelici, buddisti, indù e mormoni). I repubblicani e i simpatizzanti del Partito Repubblicano hanno dato ai musulmani un voto medio di 39, considerevolmente più freddo rispetto al 56 dei democratici.
I repubblicani sono più portati dei democratici anche a dichiararsi estremamente preoccupati dall’estremismo in nome di Allah nel mondo intero (67% contro 40%) e negli Stati Uniti (64% contro 30%). Un sondaggio del dicembre 2016 ha rilevato inoltre che soprattutto i repubblicani ritengono l’islam più portato di altre religioni a incoraggiare la violenza tra i suoi fedeli (70% contro il 26% dei democratici). Mentre la maggior parte degli americani (57%) ritiene che nell’America odierna ci sia una forte discriminazione nei confronti dei musulmani, le opinioni variano in base al partito: lo pensa il 69% dei democratici, contro il 40% dei GOP.
Circa la metà degli intervistati (49%) ritiene che per lo meno “alcuni” musulmani americani siano antiamericani, in maggioranza rispetto a chi sostiene che siano antiamericani “pochi” o “nessuno” (gennaio 2016). Le opinioni su questa questione sono diventate assai più partigiane negli ultimi 14 anni, come si vede nel grafico. Ma, secondo un’indagine del febbraio 2017, la maggior parte degli americani non vede ampio sostegno all’estremismo tra i musulmani che vivono negli Stati Uniti. Nel complesso, il 40% dice che non c’è un grande appoggio all’estremismo tra i musulmani USA, mentre un ulteriore 15% sostiene che non esiste affatto. Per il 24% c’è un certo sostegno all’estremismo islamico, mentre per l’11% è fortissimo.
Come li vedono gli europei
Nella primavera del 2016, il Pew ha chiesto ai cittadini di 10 aree europee la loro impressione su quanti musulmani nei rispettivi Paesi sostengano gruppi estremisti come l’ISIS. Nella maggior parte dei casi, la concezione prevalente è che “solo alcuni” o “pochi” musulmani appoggino l’ISIS, ma in Italia il 46% dice “molti” o “la maggior parte”.
Nello stesso sondaggio, è stato chiesto ai cittadini europei se considerino i musulmani favorevolmente o sfavorevolmente. La percezione varia da nazioni a nazione: la maggioranza in Ungheria, Italia, Polonia e Grecia considera i musulmani in modo sfavorevole, mentre gli atteggiamenti negativi nei loro confronti sono meno diffusi in Francia, Germania, Gran Bretagna e altri Stati dell’Europa settentrionale e occidentale. Gli individui che si collocano sul versante destro della scala ideologica tendono a vedere negativamente i musulmani parecchio più di quelli a sinistra.
N O T E
1) Ci siamo limitati a riportare le cifre e le considerazioni del Pew, ma siamo estremamente scettici sulla loro correttezza soprattutto per quanto riguarda la percezione degli occidentali nei confronti dei musulmani. Non risultano a carico del Pew sospetti di appartenenza al circuito mainstream, ma sostenere che appena 35 svedesi o addirittura 29 francesi su 100 abbiano qualcosa da ridire sull’islam è ridicolo, nonché in totale contrasto con altre indagini.