Il Centro per le politiche demografiche di Sofia avverte che entro il 2050 i bulgari etnici potrebbero diventare una minoranza nel loro stesso Paese. Uno studioso del Centro, il professor Petar Ivanov, ha reso pubbliche le proiezioni statistiche che vedrebbero i bulgari ridursi per quell’epoca a 800.000 individui. Per allora si conteranno altresì 3,5 milioni di rom e 1,2 di turchi.
Se continuerà l’attuale trend demografico, l’istituto stima che nel 2100 in Bulgaria ci saranno soltanto 300.000 bulgari, contro 8 milioni di rom e 1,5 di turchi.
Il Centro per la politica demografica ha ricordato i censimenti d’inizio XX, quando si contavano 2,9 milioni di bulgari etnici, 800.000 turchi e 60.000 zingari. Attualmente, si stima che nel Paese i bulgari siano 5 milioni, e turchi e rom circa 1 milione ciascuno.
Secondo Trendafil Mitev, docente di Scienze politiche all’Università per l’economia nazionale e mondiale di Sofia, i politici bulgari sembrano essere impotenti di fronte alla crisi demografica. Il decano del dipartimento di Geografia dell’Università di Sofia, Petar Slaveykov, aggiunge che tale crisi porrà problemi enormi al sistema educativo, alla ricerca scientifica e al potenziale creativo del Paese.
Il Centro, che unisce scienziati, professori universitari e figure pubbliche, sta studiando una strategia per evitare la probabile catastrofe demografica. Tra le altre cose, ha raccomandato che venga creato un ente speciale per salvaguardare i bulgari etnici, lamentando che le attuali istituzioni si preoccupino soltanto dei gruppi classificati come minoranze etniche. Il Centro ha anche inviato una comunicazione ufficiale al primo ministro Boyko Borisov per avvertirlo del problema.