Un documento FBI rileva tutti i dettagli dell’attentatore islamista di New York, Saipov. Mangiava propaganda dell’ISIS come le merendine. Sayfullo Saipov, il 29enne autore della strage di New York, ha detto nel suo primo interrogatorio: “Volevo continuare a uccidere”. E ora si comincia a capire anche il perché di una risposta così netta, immersa nell’odio e nella sete di sangue: il ragazzo si è imbevuto di dottrina dell’ISIS e si è bevuto il cervello. Un primo flash della sua personalità emerge dalla citazione dell’FBI che descrive il terrorista uzbeko possessore di Green Card vinta alla lotteria. La citazione, scritta dall’agente speciale FBI Amber Tyree, della Joint Terrorism Task
Force, è un esempio di sintesi mirabile dei fatti e di costruzione del primo atto d’accusa, fatti collegati ai codici, investigazione allo stato puro.
Si tratta di un documento di estremo interesse, un atto legale che dipinge perfettamente lo scenario e il protagonista dell’attentato. La citazione va subito al punto: Saipov ha fornito assistenza materiale e supporto all’organizzazione terroristica dell’ISIS; è accusato di omicidio, violenza e distruzione di motoveicoli (è un capo d’accusa specifico); la citazione fa seguire poi un background sull’ISIS, spiega le origini e le intenzioni dell’organizzazione terroristica e procede direttamente alla descrizione del delitto.
Saipov ha noleggiato un pick-up il 31 ottobre in New Jersey, ha attraversato il ponte George Washington, è entrato a New York per poi arrivare sulla West Side Highway. Quando il pick-up è arrivato sulla Houston Street di Manhattan, ha preso la direzione della passeggiata riservata ai pedoni e ai ciclisti e ha investito tutte le persone che ha incontrato, la sua corsa è finita quando è andato a sbattere contro uno scuolabus.
Subito dopo la collisione con lo scuolabus, Saipov è sceso dal pick-up con due armi in mano e ha gridato “Allahu Akbar”. Saipov viene colpito da un agente di polizia e arrestato. Le armi in suo possesso sono una pistola sparachiodi e una pistola a inchiostro. In una borsa nera custodiva tre coltelli e un portafoglio con la sua patente di guida. Dopo l’arresto gli agenti hanno trovato due telefoni cellulari, una pistola stordente, un documento in lingua araba e inglese; Saipov ha noleggiato il furgone alle 2:06 del pomeriggio a Passaic, in New Jersey; nel documento ci sono frasi riferite a Dio e Maometto, e la frase “durerà per sempre” (riferita allo Stato Islamico) che sono usate dai militanti dell’ISIS.
Gli attacchi alle persone con gli autoveicoli sono una tattica consigliata dall’ISIS. La rivista dell’ISIS “Dabiq”, nel luglio 2016, loda l’attentatore di Nizza. La stessa rivista, che poi cambia nome da “Dabiq” a “Rumiyah”, nel novembre del 2016 pubblica un articolo in cui spiega le tattiche di attacco con un autoveicolo come arma primaria e poi un coltello e una pistola in un secondo momento per aumentare il numero delle vittime. L’atto di citazione riporta un paio di estratti dell’articolo pubblicato da “Rumiyah”: “Pochi capiscono la potenza distruttiva e letale di un autoveicolo usata in maniera appropriata”; “non uscire mai dall’autoveicolo durante l’attacco,
restare all’interno finché è possibile, poi uscire e continuare l’attacco a piedi”; “combinare l’attacco con una pistola o un coltello, per massimizzare l’effetto”.
Dopo l’arresto, Saipov viene trasferito all’ospedale Bellevue, dove gli vengono letti i suoi diritti e viene interrogato. Saipov è stato ispirato all’attacco dai video di ISIS che guardava sul suo telefono cellulare. Un anno fa ha cominciato a pianificare l’attentato. Due mesi fa ha deciso di usare un furgone. La sua azione è stata ispirata in particolare dalla visione di un video di Abu Bakr al-Baghdadi, il capo dell’ISIS. Il 22 ottobre del 2017 Saipov noleggia un furgone e fa una prova dell’attentato. Poi sceglie la data del 31 ottobre, Halloween, per compierlo, pensando di trovare molte persone sulla strada. Il 31 ottobre Saipov noleggia il furgone. Voleva esporre le bandiere dell’ISIS davanti e dietro l’automezzo, ma poi decide di non farlo per non attirare l’attenzione; durante l’interrogatorio in ospedale Saipov ha chiesto di esporre nella sua stanza una bandiera dell’ISIS e ha dichiarato di sentirsi bene per quello che ha fatto.
L’esame dei telefoni cellulari: ecco cosa hanno trovato gli agenti dell’FBI. Nel primo cellulare ci sono una novantina di video di propaganda dell’ISIS, in particolare: un video sull’uccisione di un prigioniero calpestato con un carro armato; l’uccisione di un prigioniero con un colpo d’arma da fuoco in faccia; la decapitazione di un prigioniero; un video con le istruzioni per costruire una bomba. Nello stesso telefono cellulare di sono circa 3800 immagini dell’ISIS, tra le quali: immagini di propaganda dell’ISIS, un’immagine di Abu Bakr al-Baghdadi, la foto di un militante dell’ISIS con un nemico ucciso. Nel secondo cellulare, la cronologia delle ricerche sul web rivela: il 4 ottobre la ricerca di un autonoleggio a Passaic, il 15 ottobre la ricerca degli eventi di Halloween a New York, il 18 ottobre la ricerca di un altro furgone su Load ‘N Go. Il 1° novembre l’azione di Saipov ha causato la morte di 8 persone.
Il documento FBI conferma quanto ho scritto: l’indottrinamento via internet è il tema numero uno della lotta al terrorismo islamista (e non solo). Saipov si nutriva di quelle bestialità, ha immerso il suo cervello nell’acido dell’odio, dell’assassinio, dello sterminio, nella sua raccapricciante rappresentazione e nella sua “vestizione” millenaristica e religiosa. Siamo di fronte al proprietario di un’autostrada che lascia passare tranquillamente i carri armati di una potenza nemica al casello Questo non è possibile nel mondo reale e non deve essere consentito neanche in quello virtuale. Gli utili record delle società dei signori con la felpa ha immerso il suo cervello nell’acido dell’odio, dell’assassinio, dello sterminio, Gli utili record delle società dei signori con la felpa e la t-shirt della Silicon Valley sono possibili solo perché esiste una cosa chiamata libertà, quella che i terroristi islamici vogliono annullare con la morte e la tirannia della spada. Questo ai miliardari hi-tech probabilmente non interessa, ma è tempo che si agisca con fermezza.
Finché i governi non prenderanno misure esemplari, avremo migliaia di Saipov dietro la porta di casa.
Mario Sechi, “Italia Oggi”.