Mentre in Francia aumenta esponenzialmente il numero delle moschee (300 in costruzione) e dei centri islamici finanziati dai paesi del Golfo Persico e dalla Turchia, per chi osa criticare l’islam i tempi si fanno sempre più duri.
Giovedì 3 maggio 2018 la corte d’appello del Tribunale di Parigi ha condannato il giornalista e scrittore francese Eric Zemmour “per provocazione all’odio religioso”. Per la corrosiva firma del quotidiano Le Figaro autore di numerosi libri di successo, anche una multa di 5000 euro, un versamento simbolico di 1 euro di danni all’associazione “CAPJPO Euro-Palestine” (che lo aveva denunciato), e il pagamento delle spese legali (altri 3000 euro).
Per chi ancora non li conoscesse quelli della “CAPJPO – Euro-Palestine”, si consiglia la visita al loro sito web per comprenderne la “moderazione” e i toni distesi, specie verso Israele. Da questa e da altre associazioni che combatterebbero a loro dire “il razzismo e la discriminazione” nessuna presa di posizione sull’ondata di antisemitismo che interessa i giovani e giovanissimi di origini arabe delle banlieue. Nessun commento neppure sulle scritte apparse sui muri di diverse città francesi come “Viva Isis”, “Vi elimineremo”, “Ebrei, vi fotteremo” e molte altre.
Visto il clima ostile che si vive in Francia (idem in Germania), agli ebrei viene sconsigliato di portare la kippah e anche per questo solo nel 2017, in seimila hanno pensato bene di lasciare il Paese. Per contro i musulmani occupano piazze e strade con le natiche al vento durante la preghiera del venerdì. Guai a farglielo notare, sarebbe un caso di “islamofobia” mentre per il reato di blasfemia le potenti lobby islamiche ci lavorano da tempo in accordo con i nostalgici dell’estrema sinistra politica.
In ogni caso secondo l’istituto di ricerca IPSOS il 60% dei musulmani di Francia è “indifferente” alla partenza degli ebrei francesi, il 7% di loro è contento e soltanto al 30% degli intervistati dispiace. Sempre a proposito di numeri nel 2017 gli attacchi ai luoghi di culto e alle tombe ebraiche sono cresciuti del 22% rispetto al 2016 (28 incidenti contro i 23 del 2016). Il numero degli atti di antisemitismo invece sarebbe in calo; 311 del 2017 contro i 335 del 2016 (-72%). Il dato però è ingannevole perché sarebbero centinaia le mancate denunce per paura di ritorsioni.
Ma cosa ha detto di così terribile Eric Zemmour per essere addirittura condannato “per provocazione all’odio religioso”? Il 6 settembre 2016 durante la trasmissione di France 5 “Cà vous” ha affermato: “Penso che sarebbe necessario che i musulmani scegliessero tra islam e Francia”, poi “la Francia vive da trent’anni un’invasione”. Sulle molte aree dell’Esagono alle prese con 1’emergenza dell’islam radicale Zemmour ha raccontato di come “nelle innumerevoli periferie francesi molte ragazze sono velate e in questi luoghi si sta giocando una lotta per islamizzare un territorio. È una jihad”.
I giudici della corte d’appello però hanno ritenuto queste affermazioni come “rivolte ai musulmani nel loro insieme e costituenti un’implicita esortazione alla discriminazione”. Per Zemmour questa è la seconda condanna, nel 2011 venne punito per aver sostenuto in diretta tv che “la maggior parte dei trafficanti sono neri e arabi, è un dato di fatto”. Se in Medioriente si tagliano gole e teste, in Francia ci si limita alle lingue.
Stefano Piazza, “Libero”.