Oltre che con le armi, Ankara e suoi alleati combattono la sporca guerra contro i curdi con ogni mezzo mediatico a disposizione. Senza scrupoli e soprattutto senza alcun pudore. Per esempio evocando – come era accaduto nei giorni scorsi in Afrin – inesistenti violazioni di diritti umani da parte delle YPG e pubblicizzando la scoperta di una presunta “fossa comune” di civili eliminati dai curdi.
Il 14 luglio l’Agenzia Anadolu, controllata dal regime di Erdogan, aveva parlato di 35 persone uccise e qui interrate per aver rifiutato di arruolarsi nelle YPG. Il giorno dopo si era parlato di una sessantina di cadaveri ritrovati in una “fossa comune”.
Ma le bugie hanno anche le gambe corte: le immagini del luogo hanno dimostrato che si trattava di un cimitero dei combattenti delle YPG/YPJ e di civili curdi uccisi dall’esercito turco e dai suoi alleati islamisti. Cimitero che era stato distrutto dagli attacchi delle truppe di occupazione già nel marzo del 2018.
Rispondendo ai giornalisti, il portavoce delle YPG, Nuri Mehmud, ha spiegato appunto che “questo cimitero era stato costruito quando lo Stato turco invasore si stava avvicinando ad Afrin”. Nel cimitero vi sono i corpi di 71 persone decedute a causa degli attacchi turchi. Tra le persone sepolte secondo le tradizioni locali, “14 sono combattenti delle YPG, 12 sono combattenti delle YPJ, 5 sono membri delle forze dell’ordine pubblico, 3 delle forze Cebhet El-Ekrad, uno era membro dell’Unione di autodifesa e 5 sono civili. Gli altri corpi sono di civili e combattenti che non abbiamo potuto finora identificare”.
Il portavoce delle YPG ha proseguito spiegando che “sia lo Stato turco sia i mercenari dello Stato Islamico e di Al-Nusra commettono crimini contro l’umanità in territorio siriano”.
Da questo punto di vista, ha aggiunto, “le fosse comuni sono qualcosa con cui Stato turco, Daesh e Al-Nusra hanno molta familiarità”. Inoltre costoro usano qualsiasi mezzo per diffamare la rivoluzione curda e “neutralizzare il nostro progetto di nazione democratica, progetto sostenuto dai popoli”.
E questo non sarebbe nemmeno il primo cimitero di caduti curdi intenzionalmente distrutto dalle truppe di Erdogan. Lo stesso era accaduto con il cimitero Martyr Refia nel villaggio di Metine e con Martyr Seydo di Qazqili (a Jndires). Cosi come sono stati dissepolti dagli attacchi aerei turchi i corpi dei combattenti YPG e YPJ nel cimitero di Sehid Avesta.
Anche in questa circostanza i turchi avevano tentato di spacciarli per vittime di esecuzioni sommarie operate dalle milizie curde.